VICENZA - «Sono un libero cittadino a cui sono stati violati i diritti costituzionali con motivazioni pazzesche». Così dice D.F., 54 anni, che ci parla al...
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Si tratta dell'ultimo capitolo, per ora, di una intricata vicenda che vede il professore in lite con la ex compagna e madre dei suoi due figli. Una vicenda di separazione finita male, non con il sorriso in bocca tra i due ex conviventi, che hanno fatto insieme un percorso di coppia di fatto lungo tredici anni. «Ci stupisce la decisione del giudice - spiega l'avvocato Antonella Ceccarello, di Padova, che segue l'insegnante - anche perché la separazione ha previsto che lui non possa più vedere i figli, ma debba invece corrispondere un assegno di mantenimento, cosa che fa regolarmente. E quindi, essendo solo questa l'incombenza a cui è chiamato, non si capisce perché il magistrato gli neghi il passaporto quando per mantenere alla ex compagna la corresponsione dell'assegno ci sono ampie garanzie, anche agendo da parte del tribunale sulla scuola direttamente».
Ma allora in che cosa il giudice ha visto l'eventuale messa in pericolo dei diritti dei figli? «C'è un contenzioso patrimoniale su un deposito bancario piuttosto cospicuo, che secondo una decisione dei magistrati è stato giudicato di totale pertinenza del mio cliente - dice l'avvocato Ceccarello - ma l'ex compagna evidentemente ritiene che lui possa andare all'estero magari a portare lì i soldi e far sparire il conto. Cosa peraltro non fattibile. Il problema è che il mio assistito sta male, ha bisogno di cure mediche e intende proseguirle all'estero. Ora però non può. Il giudice non ha dato l'autorizzazione per carenza di motivazioni, cioè mancanza di spiegazioni esatte su cure e appuntamenti medici. Ma il mio cliente non era tenuto a farlo».
E ora per il passaporto cosa potranno fare D.F. e la sua avvocato? O reclamarlo al tribunale, oppure aspettare un po' e rifare la domanda di autorizzazione. Le cure possono attendere. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino