Campo Marzo, siringhe dappertutto e un cane resta ferito alla zampa

La zampa del povero "fido" con una siringa infilata
VICENZA - Dopo la siringa conficcata sul tronco di un albero e i tossicodipendenti sorpresi a bucarsi poco lontano da una pattuglia della polizia, ecco il cane con l'ago nella...

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VICENZA - Dopo la siringa conficcata sul tronco di un albero e i tossicodipendenti sorpresi a bucarsi poco lontano da una pattuglia della polizia, ecco il cane con l'ago nella zampa. E' successo ancora una volta in Campo Marzo, esattamente in viale Dalmazia. La foto della zampa e della siringa ha fatto il giro del web. A postarla, la pagina Facebook “Vicenza fa rima con decadenza”. E i commenti si sprecano. «E' uno schifo», tuona qualcuno. «E' questa la città che vogliamo?», commenta ironicamente qualcun altro. Il polmone verde di fronte alla stazione, dunque, è sempre più al centro di polemiche e critiche.

 
Sotto accusa la sicurezza di un luogo un tempo frequentato da famiglie e bambini e ora, secondo il popolo dei social, «invaso» da spacciatori e tossicodipendenti. C'è chi chiede il pugno di ferro e chi invoca azioni drastiche per restituire il parco ai vicentini. Poco tempo fa, come denunciato dai consiglieri comunali di Idea Vicenza Francesco Rucco e Gioia Baggio, due siringhe erano state trovate su una panchina di fronte alla scuola Da Porto, a San Marco.

 Il comune risponde raddoppiando i turni del servizio antidegrado della polizia locale, chiamata a sorvegliare non solo Campo Marzo, ma anche giardini Salvi e aree limitrofe. «In questa lotta non siamo secondi a nessuno fra i capoluoghi di provincia del Veneto, pur potendo contare su un numero di agenti inferiore in proporzione agli abitanti - osserva l'assessore alla sicurezza Dario Rotondi -. Se il parlamento ci affidasse maggiori poteri, saremmo pronti a esercitarli tutti per essere più efficaci, ma attualmente disponiamo di strumenti inadeguati e non possiamo inventarci ordinanze farlocche, passibili di ricorsi che portano a sconfitte dell'amministrazione».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino