VALBRENTA. Pierina Perli ha tagliato il traguardo dei 100 anni. Nel 1917, dopo la disfatta di Caporetto, gli abitanti della Valbrenta furono costretti ad abbandonare le proprie...
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Sua madre fu fatta scendere dalla tradotta e trasportata all’ospedale militare di Monselice, nel Padovano, per partorire, mentre il resto della famiglia proseguiva, con centinaia di altri valligiani, per altre destinazioni sparse in tutta Italia, sino alla lontana Sicilia. Pierina, dopo la nascita, si ricongiunse alla famiglia e al fratellino Mario, di soli due anni, a Cervia, in Romagna, dove rimase per quasi due anni. Ritornò a Valstagna soltanto nel 1919 e l’anno successivo fu colpita dalla poliomielite che ne compromise per sempre la deambulazione, ma che non le impedì, grazie alla tenacia tipica dei valligiani, di lavorare, aveva sedici anni, nel calzaturificio sull’altra sponda del Brenta e di percorrere anche la mitica Calà del Sasso che, con i suoi 4444 gradini, congiunge la Valbrenta all’Altopiano di Asiago. Furono tempi duri, di grandi sacrifici, accentuati anche dall’irrompere della seconda guerra mondiale. Dalla contrada a mezza costa, la famiglia si trasferì in centro al paese e Pierina trovò lavoro presso un artigiano locale confezionando borse. Dopo la morte dei genitori visse con la sorella Vittoria e, da qualche anno, si trova ospite della Casa di riposo S. Pio X, a Valstagna. Per festeggiare il suo centesimo compleanno, oltre ai familiari, amici, parenti, personale e direzione dell’Istituto, anche il presidente del comitato di gestione e il sindaco Carlo Perli.
La triste vicenda vissuta durante la Grande Guerra da centinaia di famiglie sarà ricordata nel convegno «Il centenario del profugato a Valstagna», venerdì 24 novembre, presso la Sala Brotto, a Valstagna, a cura di Fidenzio Grego. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino