Gianni, il calciatore con una gamba più lunga: così fondò l'Ac Romano

Gianni, il calciatore con una gamba più lunga: così fondò l'Ac Romano
ROMANO D'EZZELINO - (Cs) Mentre gli ex del Calcio Romano si apprestano a concretizzare il primo Memorial Toni Zen, a ricordo dell'ex presidente ed ex sindaco (ma fuori...

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ROMANO D'EZZELINO - (Cs) Mentre gli ex del Calcio Romano si apprestano a concretizzare il primo Memorial Toni Zen, a ricordo dell'ex presidente ed ex sindaco (ma fuori Comune, ovvero a Paderno, e questo non ha mancato di suscitare veementi polemiche sui social per l'"ostracismo" riservato all'ex politico), ecco un altro frammento di storia calcistica locale. La figura di Gianni Dissegna, oggi 77enne, è stata ricordata sulle pagine del giornale della Pro Romano, Il nuovo Ezzelino, dalla penna di Gabriele Farronato, storico di cose venete e memoria delle vicende romanesi. «Può essere considerato il papà del calcio romanese - sostiene Farronato - è stato infatti la vera anima del calcio a Romano e eminenza operativa insieme a Giovanni Alberton».


«Avevo una gamba più lunga»

«Sono nato il 12 febbraio 1939 con una lussazione esposta alla gamba destra - ha raccontato a Farronato Gianni Dissegna - e quando dovevo iniziare a camminare mamma Angela si accorse che qualcosa non andava: avevo una gamba più lunga dell'altra».  Costretto alle stampelle, ma papà Antonio riesce a ottenere una visita al Rizzoli di Bologna, ente che ha curato calciatori e atleti e lo fa ancor oggi.  Lì la cosa viene risolta, poi inizia la lunga riabilitazione a casa. Gianni si sente già un calciatore in erba, fa le elementari in paese, nel '51 la quinta in un collegio di suore a Riccione e poi l'avviamento a Bassano di Sutri. Quando torna a Romano, trova un posto alle Smalterie di Bassano, che sarà il lavoro della vita.


La passione è il calcio, il Bassano lo nota e vi giocherà dodici anni, fino alla serie D. A Romano nel '66 ancora non esisteva un campo di calcio, a parte i Fatebenefratelli. Ma Gianni raccoglie i ragazzi con la passione e piano piano nasce una squadra con Criscuolo e Fontanesi a incoraggiarlo. Telatin è il primo allenatore, Gianni il suo aiuto e l'animatore. Poi si aggiunge il maestro Tessarolo, sindaco. Si trova un campo, non è tutto di proprietà pubblica ma va bene uguale: Secondino Zen lo sistema con la ruspa, poi arrivano sabbia e una macchina spianatrice, mentre paletti e filo di ferro lo delimitano. Così nel '67 inizia l'avventura dell'Ac Romano. «Da lì in poi - spiega Farronato - la vita di Gianni si identifica con l'Ac Romano, anche con l'aiuto della moglie Mirella. Puntando ai risultati ma soprattutto alle coppe disciplina e al comportamento». 




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Il Gazzettino