Giallo su quadro attribuito a Jacopo Da Ponte. La Bussandri a giudizio

Particolare di un'opera di Jacopo Da Ponte ai Musei Civici di Bassano
BASSANO - Un giallo nel mondo dell’arte, annunciato oggi dal Giornale di Vicenza, sta facendo discutere storici e critici. Ma soprattutto venditore e proprietario...

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BASSANO - Un giallo nel mondo dell’arte, annunciato oggi dal Giornale di Vicenza, sta facendo discutere storici e critici. Ma soprattutto venditore e proprietario dell’opera incriminata, che presto si incontreranno nelle aule del tribunale. Si tratta di un’opera venduta come un autentico Jacopo Da Ponte nel 2014 alla collezionista tedesca Irina Knaus per 104 mila euro dalla conosciutissima società d’arte bassanese Bussandri Oscar srl, stimata in tutta Europa, con certificazione dell’esperto d’arte Fabio Ferraccioli.


Il caso è nato perché la signora Knaus, mettendo a posto le carte qualche tempo dopo l’acquisto, aveva notato che la certificazione non pareva autentica, avendo carta intestata e firma diverse, e si è insospettita. Dopo un confronto con la bassanese 63enne Simonetta Bussandri, aveva deciso di denunciarla per truffa. Intanto aveva chiamato un esperto ed aveva accertato che l’opera non appartiene a Jacopo Da Ponte, bensì a Giambattista Volpato, pittore, scrittore e matematico di Bassano, nato nel 1633, nonché fervente seguace del “Bassano”. 

Gli avvocati della Bussandri - Enrico Ambrosetti e Alessia Santagata - la difendono sottolineando che l’opera era arrivata a Bassano alla Bussandri nel 1985 da una delle case d’asta più prestigiose, la Sotheby’s, ed era stata acquistata dal padre di Simonetta che la credeva un “Bassano” autentico, forte degli autorevoli pareri degli storici Federico Zeri e Rodolfo Pallucchini. E che quindi la Bussandri sarebbe stata assolutamente convinta di vendere un’opera originale. 

Che la Bussandri non fosse malintenzionata ne è convita anche il nuovo direttore dei Musei Civici di Bassano Chiara Casarin, che sul tema dell’autenticità l’anno scorso ha anche scritto un libro, “L’autenticità nell’arte contemporanea” (Zoppelli e Lizzi) che parla di criteri che valgono anche per le opere d’arte in generale. E che proprio il mese scorso ha collaborato con Simonetta per il recupero degli oggetti e dei documenti per l’allestimento della mostra dedicata ad Oscar Chilesotti (ancora in esposizione fino all’8 gennaio), visto che il musicista bassanese sembra essere un avo della Bassandri. «Il percorso che lei ha seguito per la vendita è corretto, - commenta la Casarin - sono convinta che abbia agito in buona fede. Qui non si tratta di bontà del dipinto, ma puramente di mercato». Ma l’ultima parola spetterà al giudice.


(In foto: particolare di un'opera di Jacopo Da Ponte ai Musei Civici di Bassano ) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino