Musicista, cantautrice, studentessa: Francesca Michielin si racconta «Nella mia città trovo l'ispirazione»

Musicista, cantautrice, studentessa: Francesca Michielin si racconta «Nella mia città trovo l'ispirazione»
BASSANO - A due settimane dall'uscita del suo ultimo attesissimo album, "Di 20", la cantautrice bassanese Francesca Michielin (foto Stylaz) racconta la genesi di un disco...

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BASSANO - A due settimane dall'uscita del suo ultimo attesissimo album, "Di 20", la cantautrice bassanese Francesca Michielin (foto Stylaz) racconta la genesi di un disco dalle sonorità elettro-pop e dal respiro internazionale, frutto di un lungo lavoro di ricerca, di scrittura e di produzione.




Undici gli inediti che tracciano un percorso di maturazione nella giovanissima artista e che scorrono come in un unico lungo racconto al centro del quale ci sono amore e sentimenti: le hit “L’amore esiste”, che ha inaugurato il progetto, “Battito di ciglia” e “Lontano”, due brani in inglese “Amazing” (colonna sonora del colossal americano "Spider-man 2") e "Sons and Brothers", pezzi più autobiografici come “Divento” e “25 febbraio”, cui si affiancano “Almeno tu”, “Tutto questo vento”, “Un cuore in due” e “Io e te”.



"Di 20", album che rappresenta una sorta di percorso e del quale sei anche autrice di testi e musica: un bel traguardo per un'artista giovane come te.



"Di 20" è un gioco di parole che vuole sottolineare da un lato la mia età anagrafica e, dall'altro, mette l'accento sul verbo diventare. Per la prima volta sono autrice di quasi tutti i brani dell'album, canzoni nate in maniera istintiva. Il percorso di ascolto si apre con "Divento" - che trasmette la sensazione di navigare senza le vele, di avere vent'anni e di procedere verso una meta senza preoccupazioni, con la passione e la voglia di viaggiare nel mondo della musica - e si chiude con "25 febbraio", brano nel quale riporto una sorta di dialogo tra la me stessa di oggi e quella che sta per uscire dalla pancia della mamma, appunto il 25 febbraio di vent'anni fa. Sulla copertina del disco, a simboleggiare le sfaccettature dei cambiamenti che mi hanno accompagnato in questi anni, l'icosaedro, un solido a 20 facce. Il messaggio che emerge dall'opera è fortemente positivo: quando si parla d'amore lo si fa in maniera trasversale, riversando in tale concetto speranza, sogni e ambizioni.



Ti senti quindi cresciuta professionalmente?



È chiaro che rispetto a qualche anno fa c'è stata una fisiologica evoluzione e in me riconosco una maturità diversa nell'approcciarsi ai testi e alla musica. Da autrice questa evoluzione appare evidente, ma, comunque, anche interpretare un pezzo scritto da altri è molto complesso in quanto, nel farlo, si deve mediare col pubblico, e questa è una capacità che va affinata nel tempo.



Le tue canzoni, molto spesso, parlano d'amore. Esperienza vissuta in una relazione personale?



Famiglia e affetti sono sempre il mio punto di riferimento. L'amore, però, non è esclusivamente batticuori, lettere, lacrime e attese, quel sentimento tra due persone di cui i cantanti cantano e i poeti scrivono. L'amore è molto di più, è nelle piccole cose di ogni giorno e nell'universo intero, è legato all'uomo ma riguarda soprattutto la sua umanità, nasce da ciò che è nostro e diventa di tutti. L'amore che tutti conosciamo, ma che in fondo nessuno di noi comprende veramente, ci migliora e ci fa sentire vivi.



Cosa fa nella vita e come trascorre le sue giornate la Francesca lontana dai riflettori?



La passione per la musica, che ora è diventata un lavoro, mi assorbe completamente, e anche quando non sono tecnicamente operativa, la mia testa macina sempre qualcosa e scrivo moltissimo. Per il resto, sono iscritta alla facoltà di Beni culturali all'università Ca' Foscari di Venezia e, quando non sono a Milano o in giro per il mondo, studio, prendo il treno e vado a lezione.



Riesci a condurre, quindi, una vita piuttosto normale e tranquilla?



Sì, fortunatamente l'ambiente che frequento, anche a Venezia, è molto discreto e ciò contribuisce a non farmi sentire oppressa da sguardi continui o da persone che mi fermano per strada.



Che rapporto hai mantenuto con Bassano? Ci vivi ancora? La preferisci alle grandi città?



Trascorro la maggior parte del mio tempo a Milano e in giro per il mondo, ma vivo ancora prevalentemente a Bassano, perché desidero stare con la mia famiglia, senza considerare che ritengo questa città ottimale anche dal punto di vista artistico in quanto perfetta fonte di ispirazione, con i suoi paesaggi naturali. Vivo bene il fatto di viaggiare, è una scoperta continua ed elettrizzante, ma stare qui mi fa bene sia alla testa che al cuore.



Qual è il cambiamento più grande che hai dovuto affrontare col successo?



La passione che mi animava fin da bambina è diventata un lavoro e quindi dopo X Factor son subentrate dinamiche che non conoscevo e che ho dovuto imparare a gestire. Ciò mi ha aiutata a crescere, ma ora son davvero contenta di quello che sto facendo e son felice di averlo cominciato da giovane, avendo davanti ancora tanto tempo per esprimermi. Credo che quando si è trascinati da una passione molto forte, e questa coinvolge e fa bene anche agli altri, si ha anche la pazienza di attendere i risultati che spesso arrivano molto dopo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino