PADOVA/VICENZA - Presentato in anteprima mondiale al Festival di Berlino 2016 dove ha ottenuto l’Ecumenical Jury Award e dopo essere stato selezionato in oltre 50...
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Tre registi si uniscono per uno sguardo unico e straordinario sulla inaccessibile comunità di migranti intrappolata su un monte a Melilla, città della Spagna geograficamente in Africa, politicamente in Europa. Lì si trovano migliaia di uomini sub-sahariani che, incuranti dei fallimenti e del dolore, sono determinati a saltare le barriere del confine. Fra questi il giovane del Mali Abou, a cui viene affidata una telecamera per un anno. In un momento storico in cui le frontiere e le recinzioni sono sempre più presenti sia all’attenzione mediatica sia cinematografica con la candidatura agli Oscar di “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, Moritz Siebert e Estephan Wagner rimettono al centro l’uomo e scelgono un punto di vista esclusivo per parlare di questa realtà.
E la telecamera nelle mani di Abou diventa l’occhio per costruire un racconto senza precedenti di una delle zone più militarizzate d’Europa, sia sulla vita quotidiana di chi vive al di là del muro sia sulle speranze e le paure di migliaia di ragazzi che, se come tutti i giovani cercano la libertà e un futuro migliore, per farlo devono scavalcare un muro per entrare in un mondo a cui non hanno accesso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino