Di padre in figlia record: 7 milioni a seguirla, riscatto dell'etica dei "schei"

Maria Teresa Franza nella distilleria, interpretata da Cristiana Capotondi
BASSANO - Seguita in massa dai bassanesi e dai veneti ma anche dagli italiani. La quarta e ultima puntata della fiction Rai girata in città "Di padre in figlia"...

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BASSANO - Seguita in massa dai bassanesi e dai veneti ma anche dagli italiani. La quarta e ultima puntata della fiction Rai girata in città "Di padre in figlia" sfiora i sette milioni di spettatori, per la precisione arriva al nuovo record di 6 milioni 882 mila, dominando il prime time con il 28.12% di share. Sbriciolate le concorrenze: la soap di Canale 5 Il segreto con 3 milioni, Striscia la notizia con 4 milioni 861 mila, Le Iene su Italia 1 con 1 milione 974 mila e su Premium meno di un milione a seguire Real-Atletico di Champions. Riuscito anche il "traino" Rai con i "soliti ignoti" condotto da Amadeus: il programma che ha preceduto la conclusione della fiction ha catturato 4 milioni e 332 mila persone e tra gli ospiti c'era anche l'attrice bassanese Francesca Cavallin, la Pina della serie Rai che ha efficacemente promosso la quarta puntata.

 
Bassano ha seguito la serata, la pagina social "Sei di Bassano..." addirittura in diretta con ripetuti post semiseri in dialetto. Alla fine tra i commenti sostanzialmente positivi e commossi anche un "tuti beki e contenti". La storia by Cristina Comencini si chiude con il riscatto della famiglia Franza, che appare un inno alla capacità veneta di fare business, legata al lavoro e all'etica dei "schei": le figlie del distillatore Giovanni con la "studiata" Maria Teresa in testa, Cristiana Capotondi, rilevano l'azienda che il padre (stanco per gli scandali, i fallimenti sentimental familiari e il dolore del suicidio del figlio Antonio), voleva mollare e la rilanciano. Non solo grappa, ma anche un nuovo aperitivo, riscoprendo l'orgoglio di famiglia dopo che il concorrente Sartori, vista la fine della storia amorosa con la giovane chimica, annuncia che acquisendo l'azienda cancellerà il marchio Franza. «Ma quel marchio non si vende» sibila la rossa Maria Teresa, che dopo una visita ai vigneti familiari (molti hanno riconosciuto le tenute di Renzo Rosso sulle colline di Marsan) rielabora la sua vita e si reinventa imprenditrice con le sorelle. E così sul set della fabbrica Poli di Schiavon il film innesta la scritta "Distilleria Sorelle Franza".

Chiuso il fumettone con molte ammissioni di commozione sui social network, probabilmente si ferma anche la polemica che ha visto molti protestare per un mancato rispetto verso la storia locale del secondo Novecento. «Ci dipingono come puttanieri, alcolizzati e drogati, e non è così» dice Sandro Venzo, presidente mandamentale di Confartigianato. Ma Roberto Astuni, presidente degli albergatori, che nella fiction era il presidente della commissione di laurea della protagonista, non è d'accordo e mette l'accento sull'immagine di cui beneficeranno città e territorio. D'accordo anche il sindaco Riccardo Poletto, più incline al ritorno per il Bassanese che alle eventuali polemiche: e l'assessore Giovanni Cunico parlò di un indotto di un milione per il territorio. Nell'ultima puntata altre immagini della città, compreso il tribunale tornato in servizio per ragioni cinematografiche, con sui portici i graffiti non di allora ma di oggi. Decisamente scadente il dialetto "veneto" messo in bocca agli attori, con quella che è parsa una inflessione bresciana, decente solo lo slang del capofamiglia. 


La trama è stata un mix di tradimenti, alcol, cocaina e sesso al di fuori dei canoni della dottrina. Tutte cose che hanno fatto infuriare qualcuno, ma se si guarda alle vicende della "città bene" la cronaca negli ultimi decenni del secolo ha parlato di sniffate nelle ville, matrimoni eccellenti, e anche di qualche colpo di pistola letale in famiglie illustri. L'autrice ha messo insieme un po' di elementi che, sparsi, sono ritrovabili qui e là, ma non ha voluto raccontare una storia precisa. Non quella dei Nardini e forse per questo non è stato purtroppo ripreso in modo preciso il locale al Ponte, che è la bottega più storica della città, nè quella dei Manfrotto a cui pure si vuole il riferimento alla generazione delle tre sorelle. Il legame con Nova Bassano è stato romanzato, ma fu davvero molto forte: la coppia più celebre si formò tra il già sindaco della città del Grappa Toni Basso e la consorte brasiliana.
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Il Gazzettino