Éder il bomber, italiano grazie al bisnonno originario di Nove

Éder il bomber, italiano grazie al bisnonno originario di Nove
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NOVE  Éder, il bomber che ha fatto trionfare l’Italia nella sofferta partita contro la Svezia dello scorso venerdì, ha un desiderio: “Vorrei andare a Nove, il paese da dove partì il mio bisnonno per il Brasile”.


Ora che l’attenzione dei tifosi italiani e dei media è tutta su di lui, ora che negli occhi e nel cuore, in attesa del match di mercoledì contro l’Irlanda, c’è solo l’immagine del suo potente gol a due minuti dalla fine, si ha voglia di scoprire di più su questo calciatore che sembrerebbe poco conosciuto, stando ai commenti nei social network: “Scusate, ma chi cavolo è Eder?”; “Una sofferenza infinita, zero occasioni e, poi, segna chi non ti aspetti: #Eder”; “Eder tvb perché lo trovavo sempre vicino a casa e manco sapevo chi fosse”. 

E vengono fuori le sue origini vicentine, anzi, in specifico del Comune di Nove.

Citadin Martins, per tutti Éder (Lauro Müller, Brasile, 1986), è un calciatore brasiliano naturalizzato italiano, attaccante dell’Inter, dopo aver militato nell’Empoli, nel Frosinone, nel Brescia, nel Cesena e nella Sampdoria. L’aggiunta al nome Éder è un tributo di suo padre a Éder Aleixo de Assis, attaccante della Nazionale brasiliana, del quale si diceva tra gli anni ’70 e 80’, tirasse punizioni fino a 170 chilometri orari. Éder gode della doppia nazionalità, brasiliana e italiana, dal 2010 grazie al bisnonno Gianbattista Righetto, nato a Nove nel 1878 ed emigrato con i genitori in Brasile nel 1891. È sposato con Luciana Rodrigues, un amore sbocciato nell’adolescenza, ed è da pochi mesi papà di Edoardo.

Oltre ad esser poco conosciuto dal grande pubblico, finora è stato poco considerato anche nel mondo del calcio: l'ex difensore nerazzurro Fulvio Collovati, ospite della trasmissione “Rai Dire Europei” su Rai 4, durante la partita contro la Svezia ha commentato così la sua rete decisiva: "Un gol che galvanizza non solo la nazionale ma soprattutto Éder. Fino a oggi veniva dato per morto, anche da tutti gli interisti”. Ma Éder non si è mai dato per vinto: “Conte mi aveva detto che aveva fiducia in me, però dovevo farmi trovare pronto. E così non ho mai mollato allenandomi anche a casa da solo. Se penso alla mia stagione, chiusa giocando poco nell’Inter, penso che il calcio sia fantastico. Ora infatti mi sento bene”.


Il suo desiderio di ritorno alle origini è arrivato al sindaco di Nove, Chiara Luisetto, che ha detto ai giornalisti del Corriere del Veneto: "Sono orgogliosa del fatto che questo validissimo attaccante abbia origini novesi. Vuol dire che in questi giorni tiferemo con maggiore intensità".

Elena Ferrarese Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino