Ecco don Francesco, da 24 anni Asiago aspettava un nuovo prete Tanti concittadini all'ordinazione

Don Francesco Dal Sasso
ASIAGO - Il dono di un prete novello. Asiago lo riceve a distanza di 24 anni dall’ordinazione presbiterale di don Giovanni Marchiorello. Domenica 5 giugno, nella cattedrale...

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ASIAGO - Il dono di un prete novello. Asiago lo riceve a distanza di 24 anni dall’ordinazione presbiterale di don Giovanni Marchiorello. Domenica 5 giugno, nella cattedrale di Padova, il 26enne asiaghese don Francesco Dal Sasso è diventato “sacerdos in aeternum”. Con lui hanno ricevuto l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione del Vescovo di Padova monsignor Claudio Cipolla don Sebastiano Bertin (Terradura), don Diego Cattelan (Montegalda), don Stefano Gui (Padova – San Paolo) e l’eremita camaldolese Lorenzo Barletta.

 
Don Francesco Dal Sasso celebrerà la sua prima messa nel duomo di Asiago domenica 12 giugno alle 10.30. Alle 12.30 si terrà il pranzo della comunità, aperto a tutti fino ad esaurimento posti (300 quelli disponibili), che si svolgerà in piazza in una tensostruttura appositamente allestita. Per prenotare il pranzo bisogna rivolgersi al Bar Lux oppure alla segreteria dell’ufficio parrocchiale di Asiago. La sera alle 21, in duomo, un momento di preghiera comunitario per il nuovo sacerdote.

«Eccomi – dice don Francesco – nella numerosa schiera di preti che la nostra comunità ha dato al Signore e alla diocesi. Tra questi un ricordo particolare e grato a mio zio don Alessandro Dal Sasso, fratello di nonno Nico, a don Roberto chiamato a guidare come pastore la nostra comunità, mentre sale al cielo un pensiero pieno d’affetto ai carissimi amici don Pierantonio Gios, don Angelo Rigoni e don Romeo Martello che, dalla mensa celeste preparata per tutti, hanno benedetto e accompagnato il cammino di questi anni”. “Guardo con gratitudine a questi 26 anni – aggiunge poi – a tutto ciò che mi ha sempre più unito a Dio. Vorrei ringraziare anche la grande famiglia asiaghese, per tutto il bene che ho ricevuto: la chiamata del Signore porta i volti, i sorrisi, il canto, di chi mi ha accompagnato nel mio percorso, ma soprattutto la preghiera che da tanti dei miei compaesani si è levata al Signore perché con umiltà e gratuità rispondessi a questo dono”. 

Francesco esprime poi gratitudine a mamma Antonella Frigo e a papà Antonio, ai nonni e a tutta la sua grande  famiglia, ai preti che si sono spesi in un ministero libero e fecondo ad Asiago, agli amici e agli educatori e ai professori del Seminario. Importante nel suo percorso di avvicinamento al sacerdozio anche il servizio pastorale a Creola e Saccolongo, l’esperienza di carità nel reparto di oncoematologia pediatrica di Padova, l’intenso e vivo cammino nell’unità pastorale di Piovene Rocchette – Grumello, la gioiosa e ricca esperienza di aiuto assistente ai ragazzi delle superiori del seminario minore vissuta quest’anno. Oltre alla sua presenza nella parrocchia di Asiago.

Che tipo di prete vorrà essere?

“Un prete semplice, deciso, capace di annunciare e testimoniare anche con fatica la presenza di Dio su questa nostra terra, nel nostro correre a volte distratto e complicato, soprattutto tra i giovani. Un prete capace di stare tra la gente con la mia storia, le mie povertà, mettendo a disposizione degli altri i talenti che il Signore mi ha dato, rispettando e servendo tutti”.

Ci sono stati davvero tanti asiaghesi/altopianesi alla tua ordinazione, ti aspettavi tanto affetto?


“Ho sempre creduto in tante amicizie e relazioni veramente importanti che in questi 25 anni si sono moltiplicate e rinsaldate, ma la cosa che mi ha veramente sorpreso è che in tanti, famiglie, giovani, anziani sono venuti a chiedere al Signore il dono della mia ordinazione sacerdotale e a ringraziarlo per questa grande grazia che si è riversata in modo straordinario su tutta la comunità cristiana di Asiago. Non ho meriti e non lo dico per dire! Tutto ciò che c’è stato di bello in questi anni è stato vissuto, cercato, creduto insieme, fraternamente nella convinzione che quello che facevo rendeva più bello il volto della mia comunità. Aver avuto alla mia ordinazione tante persone della mia comunità che ogni giorno vedo e che saluto è stato il più bel regalo che potevo ricevere!”
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Il Gazzettino