VALBRENTA. «Siamo qui per ravvivare il ricordo degli eroi che hanno sacrificato la loro vita - ha ricordato il sindaco di Valbrenta Luca Ferazzoli, rivolgendosi ai molti...
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Alla commemorazione del 75° anniversario dell’Eccidio di Carpané, una delle pagine più drammatiche della storia della Valbrenta, promossa dall’Unione Montana, in collaborazione con il comune di Valbrenta, l'Anpi e l'Ancr, «per rinnovare il ricordo delle 29 persone barbaramente uccise dai nazi-fascisti, nel tragico settembre 1944, a Carpané», preceduta dalla funzione religiosa celebrata da mons. Giuseppe Lazzarotto, hanno partecipato con i gonfaloni decorati di medaglia d'oro al valor militare (Bassano), croce di guerra (Romano d'Ezzelino e Valstagna), amministratori di Bassano e del Canal di Brenta, Forze dell’ordine, associazioni combattentistiche e d'Arma, l’Anpi Bassanese e della Valbrenta e una numerosa rappresentanza dell’Istituto Comprensivo Bombieri.
Nell’eccidio di Carpanè, tra i più efferati e sanguinosi della Resistenza del Veneto, avvenuto alla conclusione del rastrellamento sul Grappa, persero la vita 29 persone, fra le quali Gianna Giglioli, 24 anni, unica donna, incinta di quattro mesi ed il marito Angelo Valle, fatto prigioniero sul Col Moschin. In quel tragico settembre 1944 furono uccisi tredici italiani e sedici militari britannici e sudafricani, identificati grazie alle ricerche portate a termine dalla storica Sonia Residori, dell’Istituto Storico della Resistenza ‘Ettore Gallo’, che ha ricordato i tragici avvenimenti nel suo discorso commemorativo. E’ intervenuto alla cerimonia, conclusa con la deposizione di corone ai Cippi dei Martiri, anche il presidente della Legione Sudafricana dei veterani militari del Regno Unito ed Europa Cameron Kirk Kinnear. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino