Martini e Favero, ai vertici nazionali di Cai e Ana, festeggiati in museo

Premiazione Umberto Martini e Sebastiano Favero
BASSANO - Due presidenti nazionali di due tra le associazioni più importanti, più storiche e con più iscritti d’Italia (nell’ambito della...

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BASSANO - Due presidenti nazionali di due tra le associazioni più importanti, più storiche e con più iscritti d’Italia (nell’ambito della montagna), nella stessa città: Bassano del Grappa. Si tratta di Umberto Martini, per due mandati presidente nazionale del Cai, e di Sebastiano Favero, della sezione Ana Monte Grappa, presidente uscente e rieletto al vertice dell’Associazione Nazionale Alpini. Entrambi sono stati premiati con un riconoscimento ieri pomeriggio dal sindaco Riccardo Poletto in Sala Chilesotti del museo civico. «È una felice coincidenza - ha sottolineato il sindaco - e che onora e dà visibilità alla città di Bassano». 


I due presidenti accolti al museo
Ad introdurre i due presidenti nazionali sono stati i loro rispettivi rappresentanti locali: Franco Faccio per Martini e Giuseppe Rugolo per Favero. «Bassanese di nascita e membro del Cai dal ’67, si è distinto per la sua statura morale, per il suo temperamento e per la spiccata cordialità» ha detto Faccio di Martini. Aggiungendo poi un pensiero sulla fratellanza tra Cai e Ana: «Le nostre due associazioni perseguono da sempre i medesimi scopi: la conoscenza della montagna e la difesa dell’ambiente». 

«Favero è un ‘alpino del fare’ - ha detto Rugolo disegnando il ritratto del presidente nazionale dell’Ana - sempre sul campo, assieme ai volontari. È un predestinato: figlio, fratello e nipote di alpini». «Infatti - ha ribattuto Favaro - sono abituato a fare, non a parlare, e oggi mi commuovo: mi tornano in mente i momenti della vita che mi hanno portato qui. Anche se sono nato a Possagno, quello con Bassano è un legame profondo. Vedo qui tanti amici e soci e sono felice, ma io ho avuto fortuna di avere grandi uomini in famiglia, a partire da mio nonno. La forza, anche in questi momenti dove ricoprire l’incarico di presidente è difficile, la si trova a casa. La famiglia è un valore per noi alpini importante: se non siamo capaci d’identificarci nei valori non possiamo andare avanti».


«Chi come noi trascorre una vita all’interno dell’associazione - ha aggiunto poi Martini lanciando uno sguardo alla moglie - lo fa perché si sente coinvolto, per vocazione. La nostra, con oltre 153 anni, è un’associazione che gronda di storia. Ma non possiamo vivere di passato: dobbiamo guardare avanti, ai tempi che cambiano ed essere attrattivi».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino