Maxiprocesso BpVi, tutto il vertice della banca rinviato a giudizio

Maxiprocesso BpVi, tutto il vertice della banca rinviato a giudizio
VICENZA - Al maxiprocesso per il dissesto della BpVi arriva la decisione del giudice Roberto Venditti che, come chiesto  dai pm Gianni Pipeschi e Luigi...

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VICENZA - Al maxiprocesso per il dissesto della BpVi arriva la decisione del giudice Roberto Venditti che, come chiesto  dai pm Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori, ha deciso di rinviare a giudizio gli ex vertici della Banca Popolare di Vicenza.


Si tratta dell'ex presidente Gianni Zonin; l'ex consigliere di amministrazione Giuseppe Zigliotto; gli ex vice direttori Emanuele Giustini, Andrea Piazzetta e Paolo Marin e il responsabile dei bilanci, Massimiliano Pellegrinio. Rinviata a giudizio anche la stessa banca, accusata di responsabilità amministrativa.

Tra i nomi non figura l'ex dg Samuele Sorato, la cui posizione processuale è stata attualmente stralciata sino a dicembre per motivi di salute. Si conclude così l'udienza preliminare, che ha visto la costituzione di 350 parti civili. Probabilmente saranno molte di più in occasione della prima udienza del processo, fissata per sabato 1 dicembre alle 10 a Vicenza.

Gianni Zonin non si presenterà alla prima udienza «perché di carattere tecnico», ma è disponibile ad essere interrogato nel corso del processo perché «non si è mai sottratto, ha sostenuto numerosi interrogatori in udienza preliminare ed è disponibile a farsi sentire più avanti». Lo ha affermato oggi l'avvocato difensore dell'ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, Enrico Ambrosetti, al termine dell'udienza preliminare conclusasi oggi. «Già in questa fase - ha detto Ambrosetti ai giornalisti - pensavamo di aver dimostrato che per determinati profili non era necessario il rinvio a giudizio, ma sappiamo che è difficile ottenere un non luogo a procedere in questa fase. Al processo ci batteremo - ha concluso - per dimostrare che non vi è prova alcuna rispetto alla responsabilità di Zonin».


"Spero che si possa fare giustizia e chiarezza anche se sul banco degli imputati non c'è chi doveva vigilare e non lo ha fatto - ha commentato il presidente del Consiglio regionale Veneto, Roberto Ciambetti - Le risultanze cui è giunta la Commissione speciale d'inchiesta ha portato alla luce pesanti indizi e dimostrato una singolare concatenazione di eventi che lascia oltremodo perplessi. Per questo dico che l'accusa d'aver ostacolato le autorità di vigilanza mi auguro non diventi la barricata dietro la quale celare responsabilità oggettive da parte di altri ed alti livelli. Chi doveva muoversi e difendere i risparmiatori non l'ha fatto, e non certo perché ha trovato l'ostacolo dei vertici della Popolare. Anzi: dal rileggere le carte della nostra Commissione d'inchiesta c'è da chiedersi se non vi sia stato un disegno preciso".
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Il Gazzettino