Da sbandato a chef: storia a lieto fine al ricovero della Caritas

Nell'ultimo anno il servizio mensa della Caritas diocesana ha servito oltre 26 mila pasti
VICENZA - Luigi - il nome è di fantasia - è stato ripudiato dalla famiglia. La vita sbandata lo ha allontanato dagli affetti più cari. ...

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VICENZA - Luigi - il nome è di fantasia - è stato ripudiato dalla famiglia. La vita sbandata lo ha allontanato dagli affetti più cari.


Sempre ubricato, è stato costretto a vivere per molto tempo ai margini della società. Luigi è uno dei tanti ospiti dei ricoveri Caritas della città, che hanno riaperto i battenti per rendere meno duro l'inverno agli sfortunati come lui. Lui che, grazie all'aiuto di operatori e volontari, è riuscito a risalire la china. «Aveva combinato delle sciocchezze», si limitano a dire in contra' Torretti. Acqua passata. Oggi Luigi, ormai vicino alla sessantina, è un'altra persona. Fa il cuoco e, a quanto pare, è anche molto bravo.

E' una delle storie che affollano casa san Martino e casa santa Lucia, adibite rispettivamente a dormitorio e mensa con docce. Storie a lieto fine a cui fanno da contraltare quelle di donne e uomini, spesso immigrati, che nelle due strutture sono diventati vecchie conoscenze. Tra questi ci sono ex richiedenti asilo i quali, una volta ottenuto il permesso, non sanno dove andare né dove dormire.

Un dato su tutti: dal 2014 al 2016 i pernottamenti sono aumentati di 2 mila unità, passando da 14.300 a 16.300. Segno di un disagio che colpisce non solo stranieri ma pure italiani. L'anno scorso questi ultimi sono stati 76, contro 68 marocchini e 37 maliani. I volti sono diversi, come diverse sono le esperienze, contraddistinte da problemi economici e familiari. Qualcuno è riuscito a trovare un impiego fisso, qualcun altro si è spostato al Sud Italia per cercare lavoro stagionale come bracciante agricolo. Altri ancora si sono trasferiti all'estero o tornati nel paese d'origine.


Accanto a loro, i 500 volontari che distribuiscono i pasti - oltre 26 mila nel 2016 - e si occupano dell'assistenza. Ma il numero non è sufficiente. Ne servono ancora. Così come servono coperte e viveri. A lanciare l'Sos è il direttore don Enrico Pajarin. «Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti», afferma. Gli alimenti necessari sono quelli a lunga conservazione, detergenti e detersivi. Utili pannolini, omogeneizzati, biscotti prima infanzia, latte in polvere, pastina e prodotti per la pulizia del neonato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino