Crisi banche venete, Barbagallo: la colpa fu di vertici inadeguati

Carmelo Barbagallo
Nuova polemica sulla crisi delle banche venete - Popolare di Vicenza e Treviso Banca -, stavolta a parlare «Le criticita? Emerse per le due banche venete sono riconducibili,...

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Nuova polemica sulla crisi delle banche venete - Popolare di Vicenza e Treviso Banca -, stavolta a parlare «Le criticita? Emerse per le due banche venete sono riconducibili, in ultima istanza, all'inadeguatezza del loro governo societario e, in tale ambito, all'autoreferenzialità del management». Nuova polemica sul crack di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, stavolta a parlare è il responsabile della vigilanza di Banca d'Italia Carmelo Barbagallo in audizione alla commissione d'inchiesta sulle banche secondo cui le debolezze si sono «innestate» sulla recessione e «prestiti erogati con leggerezza o in conflitto di interessi hanno portato» i due intermediari in «prossimità al dissesto».


«LE CRITICITÀ SCOPERTE DALLA BANCA D'ITALIA»
«È stata la vigilanza della Banca d'Italia ad avere rilevato le criticità che connotavano le due banche», insiste Barbagallo, in audizione alla Commissione d'inchiesta. Barbagallo ha sottolineato come questo sia avvenuto «malgrado l'indisponibilità di poteri investigativi» e ha ricordato come «gli amministratori abbiano ripetutamente occultato importanti informazioni alla vigilanza di cui hanno deliberatamente disatteso le richieste». La vigilanza della Banca d'Italia non ha mai suggerito acquisizioni alla Popolare di Vicenza che ha «autonomamente valutato 10 ipotesi» di acquisizione, sottolinea il responsabile della vigilanza, rilevando come «c'è una rendicontazione puntuale nei verbali» forniti dall'istituto centrale alla Commissione.

ECCO PERCHÉ LA FUSIONE FALLì

La possibile fusione nel 2013 fra Veneto Banca e Popolare di Vicenza andò a monte "per dissidi insanabili" fra le due parti anche se un'operazione simile nel momento in cui dopo le ispezioni della Banca d'Italia era emerso come la prima "avesse problemi importanti" e la seconda "minori" era "piuttosto naturale" visto che entrambi erano popolari non quotate e simili. Lo afferma ancora il responsabile della vigilanza di Banca d'Italia Carmelo Barbagallo in audizione alla commissione banche. "Sarebbe stato molto complicato per una quotata comprare una delle due e in particolare Veneto Banca perché il differenziale di prezzo era grande e l'assemblea soci da cui si doveva passare non avrebbe mai approvato".
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Il Gazzettino