Conad pronta ad assorbire una grossa fetta dei centri vendita Auchan. Ma gli esuberi sono più di 3mila con ricadute che potrebbero essere pesanti anche nel Nordest e in...
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Ieri nuovo incontro al Ministero dello sviluppo a Roma con sciopero nei punti vendita Auchan dei dipendenti (1800 circa in Veneto) che reclamano chiarezza sul loro destino dopo l'annuncio la scorsa estate dell'accordo con Conad. Che ha ribadito il suo impegno portando da 109 a 154 i punti vendita della catena francese da assorbire su un totale di oltre 260. Garantendo circa 10mila addetti. Per altri 3mila si dovranno utilizzare gli ammortizzatori sociali, prepensionamenti e quota 100. E 3105 addetti invece dovrebbero essere ricollocati con agevolazioni per il riassorbimento in altre realtà e settori. Conad ieri è stata netta: la rete dei supermercati Auchan in Italia versa in una situazione di «grave crisi» che può essere superata «solo con interventi organizzativi e di business a carattere straordinario e tempestivi». E ricorda che la rete italiana del gruppo francese ha perso oltre 800 milioni nell'ultimo triennio, rosso che sale a 1,1 miliardi se si considera la sola gestione caratteristica. «Nel 2019 la situazione è peggiorata ulteriormente», sottolinea Conad, con un calo del «6,7% dei ricavi rispetto al progressivo di settembre 2018» al punto che «oggi la rete Auchan fa registrare perdite di esercizio per 1,1 milioni al giorno».
INVESTIMENTIPer mettere in sicurezza e integrare la rete Auchan in quella di Conad sono previsti 170 milioni di investimenti e il ricorso a soli strumenti ordinari di gestione di crisi aziendali. Della rete Auchan solo il 60% entrerà a far parte di Conad, il resto passerà presso «altri primari operatori del settore» entro la metà del 2020. E tra questi «primari operatori» potrebbe esserci anche Esselunga, interessata a 15-20 punti vendita in tutt'Italia.
NUOVO MODELLOIl piano messo a punto «in brevissimo tempo e che ancora deve accogliere» le decisioni dell'Antitrust, si legge nella nota Conad, «offre» ad Auchan «la reale possibilità di «invertire la rotta» e tornare a crescere, rilanciando le proprie attività ed offrendo alla grande maggioranza dei suoi dipendenti continuità di lavoro» all'interno di «un modello operativo, quello Conad, che, negli ultimi anni, ha fatto registrare una crescita costante». Gli «interventi organizzativi e di business a carattere straordinario, efficaci e tempestivi» che devono essere adottati prevedono anzitutto la «messa in sicurezza della rete». «Completano il piano, gli interventi sul format degli ipermercati attraverso una riduzione delle relative superfici». Gli esuberi, a favore dei quali ha varato un piano di solidarietà occupazionale, sono 3.105 su 16.140.
TIMORI«Ci preoccupa molto la riduzione prospettata delle superfici che potrebbe colpire soprattutto gli iper di Mestre e di Vicenza, in totale meno di 500 addetti», commenta la segretaria veneta della Filcams Cgil Cecilia De' Pantz. Gli iper di Padova e Bussolengo sarebbero invece già stati assegnati a un socio Conad. In totale vengono garantiti 10mila addetti su oltre 16mila con 23 punti vendita e 4 iper in Veneto. «Quello di ieri è un passo in avanti, ma non siamo soddisfatti - spiega la segretaria Filcams - ci confronteremo ancora. Già da oggi chiederemo alle cooperative a livello regionale e territoriale cosa intendono fare. Noi vogliamo garanzie per tutti gli addetti e faremo tutto il possibile per utilizzare gli ammortizzatori disponibili, non ultimo richiedendo anche l'attivazione dell'area di crisi in regione Veneto. Ma niente spezzatino: serve un'intesa prima che entrino in campo gli imprenditori associati».
Maurizio Crema Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino