Città blindata per il ricordo dell’Eccidio del ’45: critiche contro i cortei neri e rossi

La commemorazione nera
SCHIO - Nessun incidente ha turbato questa mattina la manifestazione...

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SCHIO - Nessun incidente ha turbato questa mattina la manifestazione “nera” e la contromanifestazione “rossa” in ricordo delle 54 vittime dell’Eccidio partigiano del 7 luglio ’45. La città ha vissuto comunque una srreale mattina di tensione per un centro storico blindato da qualche centinaio di uomini delle forze dell’ordine, con i parcheggi auto inibiti dalle 7 alle 13, con tanti cittadini seduti attorno ai tavolini dei bar delle centrali piazze Rossi e Garibaldi critici per i cortei contrapposti, entrambi composti da un’ottantina di persone, ritenuti attori di una contrapposizione fuori dal tempo che ha prodotto un costoso dispiegamento di forze dell’ordine, con blocco del centro città. Il corteo “nero” organizzato dall’associazione Continuità Ideale dal ritrovo di via Maranese (ristorante Ghezzo) con una scorta delle forze dell’ordine ha raggiunto via Baratto, dove alle 10.40 ha deposto una corona di fiori sul portone della biblioteca civica Bortoli (carceri all’epoca dell’Eccidio). Luigi Tosin, Gianluca De Ghenghi e Renato Pilastro hanno preso la parola con un ricordo delle vittime trucidate per le loro idee a oltre due mesi dal termine della guerra. All’appello delle 54 vittime (14 donne e 7 minorenni) una decina di militanti hanno risposto con il saluto romano. Il corteo “nero” con labari tricolori Rsi si è sciolto dopo una ventina di minuti con il  rientro al ristorante Grezzo per la recita di un rosario in suffragio delle vittime, il pranzo e l’arrivederci al 2019. Il corteo “rosso” della sinistra radicale che alle 10 si è radunato in piazza Rossi alle 11.30 in sfilata ha raggiunto via Baratto per deporre un mazzo di fiori sulla lapide che ricorda i tre fratelli Bogotto (i partigiani Germano e Giacomo uccisi dai fascisti il 18 gennaio ’45 e il 16 aprile ’45 e Natalino disperso in Russia). A officiare la cerimonia è stato il presidente provinciale Anpi Danilo Andriollo che ha pronunciato parole dure per la presenza annuale per il 7 luglio di fascisti in città e contro il ministro degli Interni Matteo Salvini per la sua politica nei confronti dei migranti.

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Il Gazzettino