"Morphoses" al museo: la danza con i fogli di carta. Guarda il video

BASSANO - Una residenza artistica speciale, questa degli svizzeri di Cie Utilité Publique, promossa dal CSC centro per la scena contemporanea, del comune di Bassano del Grappa...

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BASSANO - Una residenza artistica speciale, questa degli svizzeri di Cie Utilité Publique, promossa dal CSC centro per la scena contemporanea, del comune di Bassano del Grappa con sede al garage Nardini di via Torino, luogo deputato al contemporaneo. Ma il garage non è stato l’unico luogo "abitato" dagli artisti svizzeri che, infatti, hanno adattato la loro performance agli spazi del museo civico, dove sabato 5 dicembre alle 15 tengono lo spettacolo "Morphoses".


Il video: danzare con la carta


È proprio la metamorfosi il tema esplorato con questo nuovo progetto da Corinne Rochet e Nicholas Pettit, danzatori e coreografi, nonché ideatori ed interpreti della performance che ha debuttato lo scorso 19 novembre al teatro l’Arsenìc di Losanna. Una pièce grafica, dove protagonisti in scena sono semplicemente i corpi dei due danzatori e dei fogli di carta, il movimento e la fragilità: due elementi che entrano in relazione, dando vita ad uno spettacolo altamente poetico, intimo ed estetico allo stesso tempo.

I due danzatori traggono ispirazione dal fantastico mondo di Ovidio, per indagare come la sua Metamorfosi possa trovare un eco nella nostra contemporaneità. "Morphoses" è infatti parte di una crisi economica, politica e sociale, dove trasformazione, cambiamento, sviluppo e riciclo diventano riflessi e azioni finalizzati a superare una mancanza e reinventare il mondo. Costruire e decostruire, sembra indicare quasi un ritmo binario che voglia cullare la società occidentale contemporanea, lo stesso ritmo della danza in scena. Le metamorfosi sono anche il frutto della fantasia umana: esse riflettono paure, speranze e bisogno di fuggire, fornendo percorsi di altri mondi, popolati di esseri divini, soprannaturali o mostruosi.


Lo spettacolo mette in scena una poetica della vita di tutti i giorni, dove la fantasia diventa la materia prima per le interazioni e dove il foglio di carta bianca una stessa metafora di trasformazione: tra ripiegamenti e distorsioni, la coreografia riproduce tempi e sensazioni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino