MAROSTICA – (Mz) Il ristorante La Rosina, a pochi chilometri dalla piazza degli scacchi di Marostica (sede ti partenza di una tappa del Giro 2015) è stata la location designata...
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Presenti i fratelli Fabio e Renzo Minella (Team Manager della Dbr), Domenico Marangoni (padre di Alan, professionista nella Cannondale e all’epoca massaggiatore di Hubert), Antonio Rossetto (in rappresentanza di Sidi, le scarpe del mondiale), Johnny Moletta (designer e grafico delle maglie e delle bici), Laura Manfrin (addetta stampa Freewheeling), Stefano e Daniel Bettini (quest’ultimo meccanico di Pallhuber ed entrambi titolari della Cicli Bettini). Non mancavano ovviamente i vertici aziendali di Selle San Marco, sella ufficiale della Dbr. Durante la cena è stata consegnata la Dbr Axis in titanio utilizzata da Pallhuber, allora vittorioso davanti a Henryk Djernis e a Luca Bramati.
Molto emozionanti le fasi della consegna e delle fotografie con bici e maglia iridate, rigorosamente originali. «È incredibile e bellissimo ritrovare gli uomini che mi hanno permesso di vincere il titolo mondiale – ha raccontato Claudio Brusi -. È stato un periodo fantastico della mia vita che porterò per sempre nel cuore. La vittoria del mondiale rappresenta l’emozione più grande della mia vita sportiva. Quella maglia rappresenta la forza di un gruppo che oggi festeggia con me, a quasi vent’anni di distanza. Sto lentamente uscendo dal settore ciclistico e quella bicicletta mi era rimasta in azienda, mi sembrava giusto omaggiare il mio campione del mondo con il mezzo ufficiale. Hubi è un uomo tutto d’un pezzo, una persona la cui stretta di mano è più importante di qualsiasi contratto».
Dal canto suo Hubert Pallhuber, attuale ct della nazionale italiana Mtb, ha affermato: «Claudio mi ha fatto un regalo straordinario. Voglio ringraziare lui e voglio ringraziare tutti i presenti. È una persona stupenda che mi ha aiutato tantissimo nella mia carriera, così come stupende sono le persone che componevano quel gruppo indimenticabile. Oggi ho una moglie e tre figli a casa. Molto spesso riguardiamo il vhs di quella gara e ogni volta i brividi sono gli stessi, ma da oggi potrò mostrare loro anche la mia bicicletta».
Una bicicletta che l’iridato 1997 ha definito come “una signorina, rigida e assorbente, precisa e affidabile, sicuramente il più bel mezzo usato in carriera”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino