Carlotta tra i malati di reni studia il modo per ridurre le trasfusioni La biologa finanziata dai donatori

Da sinistra Claudio Ronco, Carlotta Caprara e Mariano Morbin
VICENZA - Si chiama Carlotta Caprara. Trentun anni, vicentina, ha alle spalle un diploma allo scientifico Quadri, una laurea in biotecnologie e un master al Cuoa di Altavilla....

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VICENZA - Si chiama Carlotta Caprara. Trentun anni, vicentina, ha alle spalle un diploma allo scientifico Quadri, una laurea in biotecnologie e un master al Cuoa di Altavilla. Presto avrà anche un lavoro grazie ai donatori di sangue della provincia. Una borsa di studio finanziata dalla Fidas permetterà alla biologa dell'International renal research institute of Vicenza (Irriv) di occuparsi del buon uso del sangue nei pazienti con problemi renali, di solito molto anemici. Il tutto sotto la guida del professor Claudio Ronco, nefrologo vicentino di fama mondiale nonché direttore dell'Irriv.


Sotto la guida del nefrologo Ronco

La giovane dottoressa avrà l'opportunità di proseguire il lavoro avviato due anni fa, sempre con la Fidas che, con i suoi 18 mila iscritti, è l'associazione più rappresentativa a livello provinciale e la terza in Italia. «I pazienti affetti da malattia renale cronica hanno un minor numero di cellule T regolatrici. In dialisi il fenomeno si accentua ulteriormente - spiega Caprara -. Sono andata negli Stati Uniti per creare una rete di ricerca con l'università della Virginia. Grazie alla nuova borsa di studio potremo portare a conclusione lo studio dando indicazioni precise su come trattare i pazienti».

L'obiettivo è ridurre la necessità di emotrasfusioni. «Carlotta è parte del team - sottolinea Ronco - È solo grazie agli atti di generosità come quello della Fidas Vicenza che la nostra attività può continuare. Siamo grati ai donatori che consideriamo amici e protagonisti della nostra ricerca come i medici. L'istituto è aperto a tutti, in particolare a coloro, come i donatori di sangue, che contribuiscono al suo funzionamento».


Per l'associazione vicentina il 2015 è stato un anno da record. Le donazioni sono state un migliaio in più rispetto al 2014, cioè 32 mila contro 31 mila. Il sangue donato è aumentato del 4%. «Oltre l'87% dei donatori di sangue si reca al centro di raccolta con l'appuntamento, quindi conoscendo nel dettaglio data ed ora del prelievo - precisa il presidente provinciale Mariano Morbin -. Un sollievo non indifferente che ha azzerato le code ai centri trasfusionali e reso la pratica della donazione di sangue più agevole. Tra i progetti, un'app per effettuare la prenotazione attraverso smartphone o tablet». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino