VICENZA - Si chiama Carlotta Caprara. Trentun anni, vicentina, ha alle spalle un diploma allo scientifico Quadri, una laurea in biotecnologie e un master al Cuoa di Altavilla....
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Sotto la guida del nefrologo Ronco
La giovane dottoressa avrà l'opportunità di proseguire il lavoro avviato due anni fa, sempre con la Fidas che, con i suoi 18 mila iscritti, è l'associazione più rappresentativa a livello provinciale e la terza in Italia. «I pazienti affetti da malattia renale cronica hanno un minor numero di cellule T regolatrici. In dialisi il fenomeno si accentua ulteriormente - spiega Caprara -. Sono andata negli Stati Uniti per creare una rete di ricerca con l'università della Virginia. Grazie alla nuova borsa di studio potremo portare a conclusione lo studio dando indicazioni precise su come trattare i pazienti».
L'obiettivo è ridurre la necessità di emotrasfusioni. «Carlotta è parte del team - sottolinea Ronco - È solo grazie agli atti di generosità come quello della Fidas Vicenza che la nostra attività può continuare. Siamo grati ai donatori che consideriamo amici e protagonisti della nostra ricerca come i medici. L'istituto è aperto a tutti, in particolare a coloro, come i donatori di sangue, che contribuiscono al suo funzionamento».
Per l'associazione vicentina il 2015 è stato un anno da record. Le donazioni sono state un migliaio in più rispetto al 2014, cioè 32 mila contro 31 mila. Il sangue donato è aumentato del 4%. «Oltre l'87% dei donatori di sangue si reca al centro di raccolta con l'appuntamento, quindi conoscendo nel dettaglio data ed ora del prelievo - precisa il presidente provinciale Mariano Morbin -. Un sollievo non indifferente che ha azzerato le code ai centri trasfusionali e reso la pratica della donazione di sangue più agevole. Tra i progetti, un'app per effettuare la prenotazione attraverso smartphone o tablet». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino