VICENZA - Non solo 60 mila studenti nel mondo studiano da anni sul suo manuale di informatica di base, tradotto in sei lingue, in India, Marocco, Senegal, Sierra Leone, Bolivia,...
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Paolo, grande talento sulla strada dell'innovazione e della comunicazione tra diverse culture, è scomparso improvvisamente, nel 2015, a 40 anni. Nel suo pur breve percorso di vita il giovane ricercatore vicentino ha lasciato numerosi segni della sua vulcanica creatività tra Europa, America e Africa, concentrandosi in particolare su innovativi approcci al mondo del computer e della rete internet per facilitare le relazioni di cooperazione fra soggetti istituzionali e individuali di diverse origini etniche e culturali. Una delle "micce" culturali l'aveva accesa alla Holloway University e qui a ricordarlo è stata una semplice cerimonia per la piantumazione di un albero nel cuore del campus, alla presenza del papà Toni e della sorella. Singolare coincidenza, proprio negli stessi giorni un gruppo multinazionale di cinque suoi amici e colleghi, sparsi oggi per il mondo, ha pubblicato in sede internazionale un consistente articolo scientifico, frutto di due anni di ricerca e di lavoro operativo, che promuove l’applicazione delle idee di Brunello per il miglioramento delle relazioni di cooperazione tra mondo "avanzato" e Paesi del terzo mondo.
Intanto a Vicenza, all'istituto Rossi, si è svolta la cerimonia per la seconda edizione del Premio Paolo Brunello, a cura dell'associazione dei suoi "Amici", che invita gli studenti ad approfondire le tematiche lanciate da Paolo. A sottolineare la validità dell'iniziativa è arrivata nell'occasione anche una lettera della ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli. Vincitore è risultato lo studente del Rossi Vittorio Terreran, con un video dal titolo Digital Divide e Reddito Universale Incondizionato. Altri quattro lavori hanno ricevuto una menzione: sono quelli della quinta CH del Rossi, di un gruppo di quattro allievi dello stesso istituto, Giosuè Calgaro, Giorgio Di Prima, Gabriele Emanuele Garbi, Alberto Caberlon, e di due studentesse del liceo Quadri, Maria Terreran e Silvia Vignato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino