Dal casolin al fornaro, 24 botteghe storiche sfidano le grandi catene

I rappresentanti dell'associazione delle botteghe storiche. La seconda da destra è l'assessore Annamaria Cordova
VICENZA - Hanno più di 40 anni. Dal punto di vista architettonico i locali sono di pregio, mentre gli arredi sono di particolare interesse culturale o storico. Si...

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VICENZA - Hanno più di 40 anni. Dal punto di vista architettonico i locali sono di pregio, mentre gli arredi sono di particolare interesse culturale o storico. Si chiamano botteghe storiche. Sono considerate l'anima della città. In centro ce ne sono 24. Molte sono conosciute, altre meno. Un libro pubblicato da Luigi Girardi Ampezzan su commissione dell'associazione che le raggruppa, racconta la storia delle attività diventate, scrive l'autore, «parte integrante di ogni piccola o grande città del nostro Paese».


La sfida del commercio 
La storia del capoluogo berico, in effetti, passa anche attraverso negozi come il casolin e il fornaro, cioè gli alimentari e il fornaio. In alcuni casi gli esercizi hanno lasciato il posto alle grandi catene, in altri hanno mantenuto nome e insegne. Le botteghe? Eccole: cappelleria Palladio, gioielleria Ageno, ristorante Al Pestello, Barbapapà, Antica gioielleria Giulio Balzarin, Busato stamperia d'arte, cicli Ciscato, Civico 22, osteria Cursore, orologeria gioielleria Da Rin, Dal Monico srl, gioielleria Dal Ponte, Antica bottega artistica Dal Toso, ottica Fin, osteria al Grottino, bar Minerva, orologeria Pavan, trattoria Ponte delle Bele, Pozzan colori, farmacia al Redentor, Rossi Illuminazione, gioielleria Soprana, gioielleria e profumeria Soprana, Sorio ferramenta e pasticceria Venezia.

Il riconoscimento va a esercizi e imprese artigiane in cui l'attività è stata svolta con la stessa merceologia per più di 35 anni se si tratta di artigiani, e per più di 40 se sono negozi commerciali e pubblici esercizi. I servizi, poi, devono essere stati effettuati nella stessa località con uno spazio aperto al pubblico non superiore a 250 metri quadrati, mentre i locali devono evere “elementi di pregio architettonico o arredi di particolare interesse”. Le botteghe, infine, beneficiano della riduzione dell'80% dell'imposta comunale sulla pubblicità. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino