Moglie infedele, la Cassazione dà ragione all'ex: va anche mantenuto

Moglie infedele, la Cassazione dà ragione all'ex: va anche mantenuto
BASSANO - È toccato a un pensionato 69enne veneto di Bassano del Grappa, Renato T.  (classe 1947), il raro 'privilegio' di vedersi riconosciuto, anche dalla...

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BASSANO - È toccato a un pensionato 69enne veneto di Bassano del Grappa, Renato T.  (classe 1947), il raro 'privilegio' di vedersi riconosciuto, anche dalla Cassazione, il diritto a ricevere dalla ex moglie fedifraga, Giuliana B. (classe 1959), un assegno di 400 euro al mese come contributo al mantenimento. La signora, la cui infedeltà  fu scoperta da un investigatore privato, deve inoltre provvedere interamente al mantenimento dei due figli della coppia, uno maggiorenne e l'altro non ancora, perché evidentemente ha i maggiori redditi.


A lei è stata assegnata la casa coniugale, il figlio piccolo è in affido condiviso, e il padre «ha ampia facoltà di visita». La prima a correre dal giudice era stata proprio Giuliana, nel giugno del 2010, quando aveva chiesto la separazione, con il diritto alla casa e a ricevere almeno mille euro al mese per i due figli, oltre al 50% delle spese straordinarie. Il marito aveva contrattaccato chiedendo l'addebito per Giuliana e il mantenimento per sè e per i figli. Nel 2012, il Tribunale di Bassano del Grappa gli dava ragione con un assegno di 250 euro/meseo. Giuliana era  ricorsa in Appello a  Venezia ed era stata ulteriormente 'punita' elevando a 400 euro l'assegno per Renato. In Cassazione, la signora ha sostenuto che il marito non aveva fornito la prova «del nesso di causalità tra infedeltà e crisi coniugale». Gli 'ermellini' hanno replicato che è onere di chi tradisce dimostrare che tutto andava già a rotoli e che la relazione 'extra' non ha intaccato più di tanto «una situazione matrimoniale già compromessa».


Come avviene «nel regime dei 'separati in casa'», quando - spiegano i supremi giudici della Prima sezione civile - si verifica il caso «infrequente, ma non eccezionale» della «accettazione reciproca di un allentamento degli obblighi» coniugali. Tornando sul riparto dell'onere probatorio, la Cassazione conclude osservando che «riservare la dimostrazione della rilevanza causale» delle 'corna' «su chi abbia subito l'altrui infedeltà, si risolverebbe nella 'probatio diabolica' che in realtà il matrimonio sia sempre stato felice fino alla vigilia dell'adulterio».
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Il Gazzettino