BASSANO - Bassano, in quanto a progetti legati alla danza, è la città italiana più capace di attirare i fondi europei. Ma soprattutto è la città...
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Il primo, “Migrant Bodies-moving borders" di cui Bassano è ente capofila, intende sviluppare una ricerca internazionale e condivisa, incentrata sull'identificazione, lo sviluppo e la sperimentazione di azioni innovative e rilevanti per l'inclusione di rifugiati e migranti attraverso iniziative di danza e movimento. Prevede che un gruppo di artisti della danza basati nei paesi partner (Italia, Austria, Croazia e Francia) entrino in dialogo con scrittori, registi, organizzazioni e associazioni che operano con i profughi, con le università, i membri delle organizzazioni partner, esperti e i cittadini. I migranti e i profughi saranno invitati a partecipare a classi di danza, a eventi e performance, prendendo così parte alla vita culturale della comunità locale e vivendo un'esperienza condivisa con i cittadini, nei teatri e nei contesti artistici.
Il secondo progetto vincitore, di cui il CSC di Bassano è partner (capofila è Gender Bender, festival prodotto dal Cassero Lgbt Center di Bologna), è “Performing Gender - Dance makes differencies”, che intende costruire un nuovo modello di formazione per i professionisti della danza europea, per aiutarli a sviluppare nuove forme di rappresentazione delle identità di genere e Lgbti. Il progetto è articolato in percorso rivolto a 5 dance makers, 5 drammaturghi della danza e 50 giovani danzatori e danzatrici, in stretto rapporto con le comunità locali delle città che ospiteranno le varie tappe della formazione: Bologna, Bassano del Grappa, Lubiana, Maastricht, Madrid e Leeds.
Il terzo progetto è stato vinto sul bando dedicato all’azione che supporta i Network europei, con European Dancehouse Network, rete delle Case della Danza Europee di cui il CSC di Bassano è l’unico soggetto italiano. Il Network svilupperà delle attività volte a promuovere e consolidare la cultura della danza in Europa. «In questo delicato momento storico - ha sottolineato il responsabile dei progetti Roberto Casarotto - molte persone impegnate nell’ambito della danza europea si stanno investendo di ruoli di attivisti per riflettere su questioni di identità. Identità legate al genere, ma anche identità in quanto cittadini di un’Europa che sta cambiando. Il desiderio è quello di attivare proposte artistiche che abbiano un forte impatto sociale». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino