Una banda di "predatori", composta da cittadini romeni, con all'attivo una ventina di furti compiuti in sette mesi tra Veneto e Friuli, ma anche Lombardia e Liguria,...
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Nel corso dell'operazione, conclusasi nelle prime ore di stamane, sono state eseguite anche una ventina di perquisizioni e sono state denunciate per ricettazione e furto aggravato in concorso 12 persone. Le indagini hanno permesso di scoprire che alcune aziende italiane ricettavano parte del materiale rubato. Un aspetto, quest'ultimo, passato di competenza alla procura di Bergamo.
Un plauso all'attività investigativa è stato fatto dal procuratore reggente di Pordenone, Francesco Facchin, che ha sottolineato il danno provocato all'economia locale, oltre che alla sicurezza, da questo tipo di azioni criminose e il fatto che le persone coinvolte erano in gran parte conosciute per diversi precedenti e avevano ricevuto più provvedimenti di espulsione dall'Italia. A tale riguardo, Facchin ha evidenziato che sarebbero necessari dei correttivi al sistema delle espulsioni per evitare che i decreti «non siano solo dei fogli che metti in mano alle persone che li prendono e se ne vanno». Sul piano investigativo, le indagini avevano preso avvio l'estate scorsa dopo una serie di furti nel portogruarese anche di mezzi oltre che di materiale, come occhiali o attrezzature per l'edilizia e l'idraulica. Dagli accertamenti - come spiegato dal comandante provinciale dei carabinieri di Venezia, col. Claudio Lunardo, e dal cap. Michele Laghi, comandante di Portogruaro - è risultato che un'auto «Audi» era sempre presente nella zona dei furti e poi faceva ritorno a Bergamo. Tra le attività colpite anche un cantiere per una centrale idroelettrica a Gemona (Pordenone), dove il furto aveva portato al blocco temporaneo dei lavori.
Il Gazzettino