Popolari venete: si accelera sulla fusione. La Bce dà la sua benedizione mentre il sindacato va in piazza e avverte: no ai licenziamenti. Iniziate le grandi manovre per...
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Ieri i sindacalisti della Pop Vicenza hanno manifestato davanti alla sede centrale della banca dopo aver tenuto un’assemblea molto affollata con oltre 400 dipendenti. Una protesta che doveva essere celebrata in coincidenza con il cda di BpVi, spostato invece a oggi e a Milano. Ieri invece si è tenuto il vertice di Veneto Banca, un cda fiume che però non ha sciolto un altro nodo fondamentale: i tavoli di concertazione con i soci. Si conta che le trattative sui rimborsi (si parla di cifre sul 10-15% del costo d’acquisto dell’azione, ma non ci sono conferme ufficiali) possano essere avviate entro fine novembre. Ma una cosa appare certa: termini e modi dei rimborsi saranno molti simili tra le due banche a dimostrare una regia di Atlante sempre più stretta. Oggi il cda di Vicenza dovrebbe anche definire la data dell’assemblea per decidere l’azione di responsabilità contro gli ex vertici di BpVi. Si pensava entro fine novembre (Veneto Banca ha già fissato per il 16), potrebbe slittare al massimo a inizio dicembre.
Il sindacato è pronto alle barricate. «Oggi è prevalso il buonsenso e nonostante quanto dichiarato inizialmente dalla Uilca anche tale sigla si è uniformata alla protesta da indetta da noi», sottolineano i sindacati: «I dipendenti stanno già pagando le ricadute sociali della crisi, molti hanno perso i loro risparmi e la credibilità professionale con familiari e amici. Non devono ora diventare il capro espiatorio di tutti i mali del gruppo». «Chiederemo per i dipendenti la manleva, cioè di sollevarli dalle conseguenze patrimoniali negative della gestione - annuncia Sbrissa -. Hanno agito nell’ambito del loro mandato, eseguendo gli ordini».
Sul passato Sbrissa è netto: «Già nel 2012 abbiamo denunciato con un volantino i rischi che stava correndo la banca e nel 2013 abbiamo fatto uno sciopero per protestare contro la gestione. La fusione con Veneto Banca e anche l’alleanza con Antonveneta metterà in crisi anche le aziende affidate da tutte e due le banche. La politica con la Lega e Renzi vuole la fusione, ma insieme sarà ancora più dura». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino