VENEZIA - (M.Cr.) Popolare Vicenza, non solo i big all’incasso. Secondo L’Espresso alcuni soci dell’istituto vicentino presieduto da Gianni Zonin hanno venduto alla banca...
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BpVi non smentisce le notizie riportate dal settimanale ma allarga il raggio delle vendite alla banca: sarebbero stati 8300 i soci a vendere le loro azioni dalla primavera del 2013 alla primavera del 2015, 5.200 avevano da 500 azioni in giù, cioè erano piccoli azionisti, proprio quelli che nel 2016 rischiano di essere più penalizzati dalla quotazione in Borsa che potrebbe avvenire intorno ai 10-20 euro. In tutto le cifre movimentate in questi due anni sarebbe decine di milioni e sarebbero state alimentare dal fondo acquisto azioni proprie che fino a novembre 2014 agiva su controllo delle banca e aveva in cassa una cifra tra i 150 e i 200 milioni. Poi, con l’arrivo del controllo diretto della Bce, il fondo è stato bloccato. Ma già dall’inizio dell’anno scorso erano scattate nuove regole per tutelare il capitale delle banche: per acquistare azioni ogni Popolare non quotata doveva ottenere l’autorizzazione della Banca d’Italia che fino al 2013 invece doveva intervenire solo se passava di mano almeno il 5% del capitale. Due domande quindi sorgono spontanee: Vicenza era autorizzata nel 2014 e fino alla primavera del 2015 a comprare azioni? E con quali fondi? Domande che potrebbero essere fatte anche a Veneto Banca, dove i casi di riacquisto sarebbero minori e si fermerebbero, stando alle dichiarazioni dell’Ad Cristiano Carrus, al 2014.
Capitolo a parte fanno i mille super privilegiati, quegli azionisti che avrebbero avuto finanziamenti dalla Vicenza per comprare le loro azioni (molti anche con contratti di riacquisto blindati), operazione sotto la lente della Procura di Vicenza che ha avviato un’indagine per aggiotaggio e ostacolo alla Vigilanza. La Bce nel frattempo ha già "cancellato" quel capitale pari a 974 milioni.
Nel frattempo Adusbef e Federconsumatori tornano all’attacco. I presidenti delle due associazioni Elio Lannutti e Rosario Trefiletti hanno indirizzato un esposto alla Procura di Vicenza denunciando le “malversazioni praticate ai danni di clienti e soci” della banca. Per le quali “la dirigenza storica” di BpVi “dovrebbe essere chiamata a rispondere di falso, estorsione e truffa pluriaggravati e continuati in concorso”. Arrivando, addirittura, a chiedere “l’adozione di urgenti provvedimenti anche restrittivi della libertà personale". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino