Rischio esuberi per 1500 dipendenti, massiccia protesta davanti alla sede «Siamo bancari, non banchieri»

VICENZA - Dopo le proteste dei risparmiatori beffati, è la prima volta dei lavoratori in bilico. Prima manifestazione delle sigle sindacali bancarie davanti alla sede di...

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VICENZA - Dopo le proteste dei risparmiatori beffati, è la prima volta dei lavoratori in bilico. Prima manifestazione delle sigle sindacali bancarie davanti alla sede di via battaglione Framarin della Popolare di Vicenza. Gli spettri della fusione con Veneto Banca e del piano di tagli ai costi del personale mette nel mirino 500 o forse mille o 1500 lavoratori. I sindacati scendoni in campo per avvertire: niente licenziamenti, niente tagli agli sportelli.

 
Un centinaio di sindacalisti e attivisti si è riunito davanti alla sede centrale della Banca Popolare di Vicenza, in via Battaglion Framarin, per quella che rappresenta la prima protesta a difesa del posto di lavoro dei dipendenti dell'istituto di credito berico. La manifestazione, seguita a distanza dalle pattuglie di polizia e carabinieri, è iniziata attorno alle 10.30 ed è stata preceduta da un'assemblea che si è svolta in sala Pavesi (attigua alla direzione generale della BPVI) per concordare le varie forme di protesta
 
Alla manifestazione hanno preso parte gli attivisti sindacali di Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Unisin-Silcea a cui si sono aggiunti alla fine anche gli iscritti alla Uil. Oltre che a Vicenza sono state indette assemblee su tutto il territorio nazionale. «Le preoccupanti e gravi informazioni - la nota delle categorie sindacali diramata stamane - che si leggono tutti i giorni sui quotidiani e sugli organi di stampa (cura americana, tagli del costo del personale, esuberi per la sola Bpvi di 1500 dipendenti) inerenti il destino della nostra banca e soprattutto il futuro occupazionale dei lavoratori del gruppo Bpvi, hanno spinto le organizzazioni sindacali del primo tavolo a indire una manifestazione, a cui hanno aderito anche i colleghi di tutte le società del gruppo, tra cui Servizi Bancari e Immobiliare Stampa».


Tra i molti cartelli esposti si poteva leggere «Siamo bancari, non banchieri», «Date fiducia di dipendenti», «Vergogna del Paese» e «Dipendenti vittime come i soci». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino