BpVi, inchiesta a rischio: una parte passa a Milano, irritazione in Procura

Il procuratore di Milano Francesco Greco
VICENZA - In Procura a Vicenza la tensione si taglia a fette. La decisione del gip Barbara Maria Trenti di affidare a Milano una parte dell'inchiesta sulla Popolare è...

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VICENZA - In Procura a Vicenza la tensione si taglia a fette. La decisione del gip Barbara Maria Trenti di affidare a Milano una parte dell'inchiesta sulla Popolare è stata una doccia fredda che rischia decisamente di mettere i bastoni tra le ruote di quest'indagine complessa iniziata circa due anni fa e che dovrà concludersi entro la fine dell'estate. Nessuna dichiarazione ufficiale, il procuratore capo Antonino Cappelleri e i pm Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori si chiudono a riccio nel segreto istruttorio, ma la notizia pubblicata da Il Gazzettino mette sicuramente sotto una nuova luce il vertice del 24 maggio presso la Procura di Milano dei sostituti procuratori vicentini. Una parte dell'indagine infatti sarebbe stata trasferita per competenza a Milano e riguarderebbe quella relativa all'ostacolo alla Vigilanza di Consob, cioè presunte manovre compiute dagli ex vertici dell'istituto di credito per mascherare alcune operazioni illecite. A spostare l'indagine sarebbe stata la decisione del gip Maria Trenti che da mesi sta analizzando la richiesta di sequestro di beni fatta dalla Procura di Vicenza.

Ma ora c'è il rischio che l'indagine possa perdere altri pezzi. La procura berica finora ha iscritto sul registro degli indagati nove persone (gli ex vertici dell'istituto, compresi l'ex presidente Gianni Zonin e l'ex direttore generale Samuele Sorato) oltre alla banca stessa alla quale si imputa una responsabilità di tipo amministrativo. A questo punto la procura di Milano potrebbe avocare a sè tutta l'inchiesta e mettere sotto accusa le stesse persone ma anche allargare l'indagine a tutto l'ex cda e all'ex collegio sindacale, multati recentemente proprio da Consob.

«Non è una buona notizia, non è affatto una buona notizia», la reazione del sindaco di Vicenza Achille Variati: «Credo che una vicenda che affonda le sue radici in questo territorio, che ha portato sofferenza a tante persone, avrebbe dovuto trovare piena definizione giudiziaria qui a Vicenza. Tutto ciò che si allontana - conclude il sindaco - rischia di essere annacquato, ritardato, dimenticato. No, credo davvero che dovremmo fare di tutto per tenere il processo a Vicenza». In ambienti giudiziari i pareri sono molto discordi e già alcuni difensori ipotizzano che il trasferimento a Milano possa finire per attrarre tutto il fascicolo alla competenza ambrosiana. Su basi per certi versi simili e per gli stessi reati, anche l'indagine su Veneto Banca è stata trasferita a Roma. «Francesco Greco non fa sconti e quindi un passaggio a Milano non mi dispiace - commenta l'avvocato Renato Bertelle, difensore di diversi soci di BpVi - la Procura lombarda è un faro soprattutto per quanto riguarda le questioni finanziarie e non ha problemi. Vedrò se vale pena procedere e fare degli interventi direttamente a Milano perché il discorso va esteso a una serie più ampia di persone rispetto a quelle già indagate, tutto l'ex consiglio e tutto l'ex collegio sindacale, come la stessa Consob ha ritenuto».
M.Cr.
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Il Gazzettino