VICENZA - "Falsa partenza". Tensione alle stelle in Banca popolare di Vicenza. Dopo le indagini della Procura per aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza, gli esposti da...
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Il 2 e 11 novembre sono in programma due incontri tra rappresentanti di Fabi, First, Fisac e Unisin e delegazione aziendale sui tagli del personale e sulle strategie dell'istituto alla luce del nuovo piano industriale. Un piano che prevede 575 esuberi e la chiusura di 150 sportelli, ma anche l'aumento di capitale fino a 1,5 miliardi, la trasformazione dell'istituto in spa e la quotazione in borsa.
Novità che preoccupano non poco i sindacati, i quali, nel primo confronto tenutosi il 28 ottobre, non hanno ottenuto le risposte attese. "I dati forniti sono parziali e lacunosi, e non chiariscono il destino dei colleghi", ammettono. Sotto accusa lo sfoltimento del personale, ritenuto eccessivo, e il rimpallo delle responsabilità. "I risultati negativi del gruppo non sono attribuibili solo a fenomeni esterni di crisi internazionale, ma sono il frutto di una gestione delle attività al limite del lecito", denunciano i responsabili dell'organo di coordinamento sindacale.
Quanto ai tagli, questi ultimi ricordano che il risparmio deve iniziare dalle retribuzioni e dai benefit del management. "Le collaborazioni - concludono - dovranno essere eliminate e le consulenze esterne drasticamente ridotte". In vista dell'insediamento di Dolcetta al vertice, si prepara un clima interno abbastanza elettrico. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino