I primi bond "statali" hanno successo: 1,25 miliardi per il rilancio di BpVi

L'ad Fabrizio Viola
VICENZA - Il mercato crede nel rilancio di Popolare Vicenza. L'istituto controllato dal fondo Atlante ieri ha concluso con successo il collocamento presso investitori...

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VICENZA - Il mercato crede nel rilancio di Popolare Vicenza. L'istituto controllato dal fondo Atlante ieri ha concluso con successo il collocamento presso investitori istituzionali dell'obbligazione emessa il 3 febbraio per un importo di 1,25 miliardi di euro. È la prima operazione effettuata in Italia per bond garantiti dallo Stato. In avvio del collocamento si puntava prudentemente solo a un miliardo, poi l'interesse del mercato - le richieste sono state per 2,2 miliardi - ha portato ad ampliare l'offerta gestita da Banca Imi e Morgan Stanley consentendo di fissare lo spread finale a più 58 punti base sopra il rendimento del Btp di analoga durata, in diminuzione rispetto ad un obiettivo iniziale di + 65 punti base sul Btp scadenza 2020. Secondo l'agenzia Reuters il titolo è stato collocato al prezzo di 98,691. La cedola è dello 0,5% annuale lordo. Il titolo gode di un rating allineato a quello della Repubblica Italiana.


«Il forte interesse è testimoniato, altresì, dal numero di investitori coinvolti nell'operazione (oltre 70, di cui la maggior parte esteri) - recita un comunicato di Popolare Vicenza - anche alla luce del fatto che trattasi della prima operazione pubblica conclusa da una banca italiana relativamente al collocamento di titoli che beneficiano della garanzia statale». A breve non paiono fissatI nuovi collocamenti per BpVi: «La parte restante dell'obbligazione con garanzia statale di 1,75 miliardi di euro è attualmente utilizzata come collaterale in operazioni di finanziamento - avverte la banca veneta -. I fondi rivenienti da tali operazioni contribuiranno a diversificare le fonti di approvvigionamento del gruppo ed a stabilizzare nel medio lungo termine la gestione della liquidità».

Ora il mercato attende un'operazione simile anche da parte di Veneto Banca, istituto che è in predicato di fondersi con Popolare Vicenza e che a inizio di febbraio ha collocato 3,5 miliardi di bond garantiti dallo stato in due tranche da 1,75 miliardi con scadenza febbraio 2019 e cedola allo 0,4% e con scadenza l'anno successivo e cedola 0,5%. Ma l'operazione non sarebbe prossima, Montebelluna - stesso azionista quasi totalitario di BpVi, il fondo Atlante - utilizza per ora i bond come collaterale a garanzia di operazioni di finanziamento.

Oggi cda di Vicenza, all'ordine del giorno dovrebbe esserci lo stato di avanzamento dell'offerta di transazione a 9 euro per azione per i vecchi soci che hanno subito il crollo da 62,5 euro a 10 centesimi. Le Fondazioni come Prato e Roi potrebbero aderire. Pare che si sia raggiunto per ora circa un terzo delle adesioni previste. L'obiettivo è arrivare a quota 94mila entro il 22 marzo. Domani tocca a Veneto Banca fare il punto della situazione e a procedere con le analisi sullo scorporo di Bim, società quotata in Borsa che mesi fa era valutata intorno ai 200-250 milioni e che nel 2016 ha segnato perdite per 90 milioni.


Sul fronte delle dismissioni sembra congelata per ora la vendita del centro informatico e contabile di Padova Sec Servizi, controllato dalla due ex Popolari venete che doveva essere ceduto entro fine gennaio scorso. Ieri è stato rinnovato fino a fine anno il contratto integrativo per i circa 300 addetti. Evidentemente anche su questo punto si attende il risultato dell'offerta di transazione, fattore decisivo per definire l'aumento di capitale miliardario che dovrebbe portare all'entrata dello Stato. Sulle prossime mosse se ne saprà di più entro una decina di giorni, quando il piano dall'Ad Fabrizio Viola avrà passato il vaglio della Bce.
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Il Gazzettino