L'Asl convoca l'oncologa per motivi disciplinari, ci vanno 200 medici Cimo: «Visite sospese a ragione»

Il dottor Rocco De Vivo segretario della Cimo vicentina
VICENZA - E' convocata la facente funzioni di primario, ma si presenteranno almeno duecento medici. O forse di più. Inizia l'iter della commissione disciplinare...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
VICENZA - E' convocata la facente funzioni di primario, ma si presenteranno almeno duecento medici. O forse di più. Inizia l'iter della commissione disciplinare all'ospedale San Bortolo per la famosa questione delle visite oncologiche post operatorie cancellate. La dottoressa Marcella Gulisano, facente funzioni di primario dal 2010, quando se ne andò il primario Fosser, è "accusata" di danno all'immagine dell'Ulss 6 e di danno ai pazienti. Ma i medici non ci stanno e venerdì 4 marzo, alle 14.15, si raduneranno tutti insieme nell'atrio dell'ospedale a sostegno della collega, "ricevuta" poi al secondo piano dalla commisisone disciplinare composta dal dg Pavesi, dall'avvocato Tedeschi dell'ufficio legale della Asl e dalla direttrice sanitaria Bellometti. 


I protagonisti del braccio di ferro

«La Regione chiede provvedimenti disciplinare in nome del vecchio criterio "colpisci uno per educarne cento", ma siamo fuori strada perchè le visite post operatorie sono state solo sospese vista la situazione drammatica degli organici del reparto, con svariate comunicazioni alla direzione, allora composta dal dg Angonese e dal direttore sanitario Cardone. Venerdì credo saremo almeno 200, ma spero anche di più, tenga conto che al San Bortolo operano circa 500 medici metà dei quali aderenti ai sindacati Cimo, Anao e Aaroi - spiega Rocco De Vivo, segretario della Cimo vicentina - e poco dopo ci riuniremo in assemblea intersindacale. La vicenda di oncologia è assurda e non accetteremo nessun provvedimento disciplinare verso la collega che tra l'altro da trent'anni lavora nel reparto con dedizione e competenza. A difenderla ci saranno il nostro legale Fabrizio Scagliotti e il nostro segretario regionale Luigi Dal Sasso. Va sottolineato che la dottoressa Gulisano avrà spedito in questi anni ai piani alti dell'Ulss quasi una decine di lettere molto puntuali, l'ultima il 16 gennaio scorso. Non è mai stata convocata».

Tutto era nato durante un programma di TvA con Luca Zaia, dove arrivò la telefonata di una signora che informava il Governatore del fatto che le visite post operatorie non si facevano più al San Bortolo. Zaia andò su tutte le furie chiedendo di punire il colpevole. Subito arrivarono al Gazzettino le controdeduzioni dei sindacalisti, la Cgil invitò il Governatore a prendere visione degli organici devastati dai tagli effettuati dalla stessa Regione. Ma come sono la situazione del reparto e la storia delle visite post operatorie?


«Nel 2010 è andato in pensione il primario Fosser - spiega De Vivo - poi sono andati via due medici, Paolo Morandi ora primario a Mestre e Stefania Schiavon ora a Padova. Un'altra collega è in aspettativa per gravi motivi famigliari. A un'altra venne concesso il part-time contro il parere delal Gulisano, ora pare che questa posizione venga riportata a tempo pieno. In sostanza a oncologia sono rimasti otto medici rispetto ai 12-13 del 2010. E' in questa situazione che venne prese la decisione di sospendere, si badi bene sospendere in attesa di organici ristabiliti, le sole visite ai pazienti operati e considerati guariti, cioè senza malattia oncologica ancora attiva. La situazione della presenza dei medici in oncologia è drammatica, soprattutto ricordando che Vicenza è l'ospedale Hub, di riferimento per oncologia provinciale rispetto ai poli sanitari periferici. In più, il dipertimento oncologico che dovrebbe essere in funzione a Vicenza secondo direttive regionali non è stato ancora attuato. Mancano risorse, medici ma anche scelte politiche e decisionali». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino