Asiago marchio protetto: chi vuole usarlo ora deve chiedere al Comune Dal caffè turco al pesto giapponese

Asiago marchio protetto: chi vuole usarlo ora deve chiedere al Comune Dal caffè turco al pesto giapponese
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ASIAGO - Il Comune di Asiago ha recentemente ottenuto la registrazione del marchio Asiago; ciò significa che il nome del capoluogo dell’Altopiano, ora e almeno per i prossimi dieci anni, risulta protetto, a livello comunitario, in qualunque carattere, colore, immagine grafica, esso venga riprodotto e per usarlo si dovranno raggiungere precisi accordi proprio con il Comune. Lo scopo di questa iniziativa è tutelare  le eccellenze territoriali nei diversi settori manifatturieri, produttivi e di servizio e di impedire le frodi ovvero lo scippo e lo sfruttamento parassitario del nome Asiago da parte di terzi del tutto estranei al territorio al solo scopo di lucro.


E’ il preludio di un’azione coordinata fra le diverse attività, a regia comunale, nella comunicazione, nel marketing e nella promozione integrata di Asiago in qualunque settore e in qualunque territorio nazionale e estero.
La procedura per la registrazione del marchio è iniziata con un provvedimento emanato ad ottobre 2015 ed è fin qui costata al Comune intorno ai 5 mila euro.    

«La forma di protezione ottenuta rappresenta un grande successo per il nostro Comune – dice il sindaco Roberto Rigoni Stern – e dobbiamo ringraziare la professionista alla quale ci siamo appoggiati ovvero Lia Stella, titolare dello Studio Stella di Vicenza, specializzata proprio in questo settore. Sono molto soddisfatto di essere riuscito a mettere in sicurezza, nel modo più ampio possibile, il marchio Asiago in tutte le sue forme ed espressioni. Ora intendiamo proseguire con determinazione su questa strada contro gli usi più disparati, puntando alla sua valorizzazione con particolare attenzione al mercato estero. Questo risultato ci darà anche la possibilità di introitare somme concernenti il diritto d’uso del nome “Asiago” che verranno reimpiegate nell’interesse degli asiaghesi per il finanziamento delle attività istituzionali o per la copertura di eventi o dei disavanzi pregressi dell’ente».

Ora si dovrà predisporre la regolamentazione dell’uso del marchio e si dovrà attivare un servizio di monitoraggio e sorveglianza sulle banche dati. «Già ad una prima indagine – racconta Lia Stella - sono emersi usi impropri del nome Asiago come quello che contraddistingue dei marmi che con Asiago non hanno nulla a che vedere, oppure un caffè Asiago venduto in Turchia o ancora un pesto originale di Asiago in Giappone e altre curiosità e stranezze. Sarà ora necessario individuare gli agganciamenti parassitari al nome Asiago e fermare gli abusi. I soggetti non legittimati ad usarlo perché adottato per prodotti che nulla hanno a che fare con il territorio potranno anche essere denunciati per frode».


«Con chi ha già registrato il nome del proprio prodotto usando la denominazione Asiago– specifica ancora Lia Stella - si intavolerà un confronto e si avvierà una cooperazione che possa essere proficua per entrambi. Vigilando affinché non ci siano danni di immagine per Asiago, si attua di fatto una tutela di un bene collettivo che potrà avere sicuri benefici e anche ricadute economiche su tutto il territorio. D’altro canto si potrà dare a soggetti del luogo che operano in modo virtuoso la possibilità di usufruire di un marchio prestigioso perché contraddistingue un territorio ricco di caratteristiche qualificanti». La tutela del nome Asiago durerà dieci anni, poi si dovrà richiederla nuovamente.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino