«Aiutiamoli». «No, al lavoro senza paga»: web scatenato sui vandali

VICENZA - «I genitori non sono onnipotenti. Pensiamo ad aiutare i ragazzi a rientrare nei ranghi anziché vomitare sentenze». «Vorrei vedere se scrivessero...

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VICENZA - «I genitori non sono onnipotenti. Pensiamo ad aiutare i ragazzi a rientrare nei ranghi anziché vomitare sentenze». «Vorrei vedere se scrivessero sul muro di casa tua». A poche ore dall'individuazione dei responsabili delle scritte vandaliche apparse sui muri della basilica palladiana e su quello di contra' Beccariette - tutti minorenni - sul web i commenti si sprecano, c'è chi giudica eccessiva la decisione dell'amministrazione di multare con 500 euro le famiglie di ciascuno, con segnalazione al tribunale dei minorenni di Venezia e obbligo, per i responsabili, di fare fronte alle spese di ripristino. Ma c'è anche chi suggerisce lavori socialmente utili per tutta l'estate “a paga zero”.

 
Insomma, fa discutere il pugno di ferro di palazzo Trissino nei confronti dei vandali che il 29 dicembre scorso, in corte dei Bissari, avevano imbrattato il monumento simbolo della città. «Non stiamo scherzando», ha ammonito il sindaco Achille Variati. Ma non tutti sono d'accordo. «Ormai è tardi», ammette un vicentino. «Sarebbe il caso di metterci una luce, perché in zona, la sera, è buio pesto», aggiunge una cittadina. Più di qualcuno, invece, plaude alla reazione della giunta. «Chi ha sbagliato pulisce, ripara il danno e paga. La prossima volta ci penseranno dieci volte prima di rifarlo», propone un altro vicentino. «Pulire la città è terapeutico», rincara una persona.

Sul tema interviente il gruppo social “Vicenza fa rima con decadenza”, da sempre in prima linea contro il degrado. Nel mirino le affermazioni di Variati, secondo il quale i colpevoli sono stati pizzicati «grazie al lavoro di intelligence della polizia locale». «Se si interessano i poteri forti trovano subito i responsabili - sottolinea amara una commerciante - Al muro del mio negozio ho ridato la tinta due volte per atti vandalici, ma...».
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Il Gazzettino