"Agli Schioppi" chiude dopo 150 anni locale vip da Meneghello a Hunziker «Quando Rivera ordinava il baccalà»

VICENZA - Era noto per il bacalà alla vicentina, ma anche per i piatti tipici come polenta e lumache, sfogliatina con verze e gamberi, e insalata di trippe. In tavola si...

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VICENZA - Era noto per il bacalà alla vicentina, ma anche per i piatti tipici come polenta e lumache, sfogliatina con verze e gamberi, e insalata di trippe. In tavola si poteva trovare il menu palladiano a base di tagliata di manzo salata e speziata, filettini di coniglio in tecia con verdure e sugo al ginepro, bussolà del “fasolo” con salsa di zabaione. Portate che nella sede storica di piazza Castello non verranno più servite.

 
Sì perché il ristorante “agli Schioppi” ha chiuso i battenti dopo 150 anni. Lì dove un tempo si sedevano Mario Rigoni Stern, Luigi Meneghello, Giorgio Albertazzi, Michelle Hunziker, Gioele Dix, Luca De Filippo, Milva e tanti vicentini amanti della buona cucina del territorio non è rimasto più nulla. Sedie, suppellettili e mobili non ci sono più.
 
Spariti anche i piatti con la dedica, quelli firmati dai personaggi illustri che hanno frequentato il locale. Camion e furgoni hanno iniziato lo sgombero. Se n'è andato un pezzo della storia enogastronomica vicentina. Una storia iniziata nel 1864, «quando arrivarono i primi uomini d'affari, mercanti ed emigranti di passaggio a Vicenza, desiderosi di fermarsi e gustare trippa e bacalà preparati secondo le migliori ricette».


Storie vere, che i nonni di Cinzia hanno vissuto in prima persona. Cinzia e il marito Orlando Carli sono i due titolari che, per 26 anni hanno gestito l'esercizio. «Siamo stati presenti ogni giorno, non abbiamo mai delegato nessuno. Questa è professionalità», racconta Cinzia. La chiusura è legata a una decisione del proprietario del palazzo, che ha in mente altri progetti. Al posto del ristorante potrebbero arrivare appartamenti con garage. Dopo i “Tre visi” e il “Bersagliere”, il centro ha perso un altro locale prestigioso. Al loro posto non è stato più riaperto nulla. Anzi, gli immobli che li ospitavano sono chiusi e da ristrutturare. «E' un peccato», commenta Cinzia. E ora? «Ci riposeremo per un paio di mesi. Poi vedremo - risponde -. Se trovassimo una location adatta, potremmo riaprire, anche se non sarebbero più gli Schioppi di un tempo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino