Sono cinquemila le firme per salvare il sentiero del Brenta dall'asfalto

Valbrenta, Sentiero del Brenta
VALBRENTA. Cinquemila firme sono state già raccolte con la petizione «Salviamo il sentiero del Brenta», rivolta ai sindaci dei comuni interessati, al presidente...

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VALBRENTA. Cinquemila firme sono state già raccolte con la petizione «Salviamo il sentiero del Brenta», rivolta ai sindaci dei comuni interessati, al presidente e al consiglio dell’Unione Montana Valbrenta, «per un’alternativa sostenibile alla ciclopista del Brenta», dopo aver accertato che «il tracciato della ciclopista in progetto nel tratto in territorio di Pove del Grappa, si viene a sovrapporre all’attuale sentiero in sinistra Brenta, stravolgendone completamente la sua naturale e straordinaria bellezza». Ai sottoscrittori non piace la striscia di asfalto che andrebbe a ricoprire il sentiero, o parte di esso, a sud del Tinello.


Il rischio asfalto
Il malloppo di firme sarà consegnato dal comitato promotore lunedì prossimo, in occasione del consiglio dell’UM convocato nella sede itinerante di Campolongo, mentre altre iniziative sono allo studio da parte del comitato.
Nella petizione viene sottolineato che «pur riconoscendo l’importanza ed il valore della Ciclovia del Brenta, questa non può essere realizzata distruggendo l’attuale sentiero e le sue caratteristiche peculiari così tanto utili alla comunità». «Il sentiero - viene ricordato - è percorso quotidianamente da numerosi giovani, anziani, famiglie con bambini, persone con difficoltà, escursionisti, appassionati di Nordic Walking, runner, senza dimenticare le gite scolastiche sia d’inverno che d’estate, i bambini del Grest, gli scout, turisti che vengono da tutto il Veneto e anche da fuori, e gli stranieri attirati da questo angolo di paradiso, che possono comodamente percorrere lo splendido giro ad anello attraversando il Ponte Vecchio di Bassano e la passerella dell’Enel. D’estate il lungofiume si popola anche di bagnanti rimasti in città, che accedono alle numerose spiaggette per cercare un po’ di fresco, al riparo di alberi di particolare pregio». Un patrimonio della collettività «che riteniamo di grande valore e che non può essere compromesso dall’attuale progettazione della ciclopista, bensì preservato e casomai utilizzato come valore aggiunto in una progettazione di percorsi di mobilità sostenibile».

I sottoscrittori lamentano il «mancato confronto su un problema così importante con le persone del territorio, perdendo così la possibilità di acquisire suggerimenti utili o di veder segnalate criticità che possono sfuggire a chi non vive quotidianamente i luoghi su cui è chiamato ad operare».

Con la petizione viene chiesto agli amministratori che «venga rivisto e modificato l’attuale progetto della Ciclovia del Brenta per le tratte di competenza e che venga individuata insieme alla popolazione una soluzione che preservi integro l’attuale sentiero e non ne comprometta la funzionalità».   Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino