James Blunt, parte da Roma il tris di concerti italiani

James Blunt
Faccia da bravo ragazzo. Simpatico. Alla mano. James Blunt si presenta così. Passato da militare nella guerra del Kosovo, il cantautore inglese arriva in Italia per...

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Faccia da bravo ragazzo. Simpatico. Alla mano. James Blunt si presenta così. Passato da militare nella guerra del Kosovo, il cantautore inglese arriva in Italia per incontrare i fan e presentare il suo ultimo disco “The afterlove”. Il quinto. Un ritorno atteso, insieme al live mondiale “The Afterlove Tour”, che comprende anche le tre date italiane che debutteranno dal Palalottomatica di Roma il 12 novembre (poi Firenze il 13 novembre e Milano il 14 novembre). Si chiama “The afterlove”, anticipato da due singoli “Love me better” e “Bartender”. 


Nel disco la partecipazione di Ed Sheeran alla chitarra. «Siamo amici, sciamo assieme e abbiamo scritto una canzone (“Make me better”, ndr)» e con cui Blunt suonerà in tutto il tour in America. «Abbiamo entrambi un amore verso l'alcool e dopo otto birre, abbiamo deciso di andare in tour», dice ridendo. D’altronde, «mi dovrò pur preparare per i concerti italiani:  provare per tre mesi sarà utile».
Tredici tracce, di cui tre contenute nella deluxe edition, che viaggiano tra amore, emozioni, errori, rimpianti («di cui ho da scrivere, non sono più giovane e ne è passata di acqua sotto i ponti», dice). Un album nato due anni fa, mentre si trovava nel deserto per un festival con il suo produttore («che voleva che smettessi di fare dischi»). «Ho scritto centinaia di canzoni su tutto: molte su argomenti della sfera privata, sul fatto che mi sono sposato e ho avuto un bambino. La canzone “Someone singing alone” parla delle diversità. Ma io vedo le similarità e non le differenze». 

Canzoni influenzate anche dal suo passato da militare. «Quando ero nell'esercito e i politici parlavano dell'opposizione musulmani contro i cristiani o contro gli ebrei, uomo-donna o bianchi-neri, io non vedevo le differenze ma le cose che avevano in comune. Serbi e albanesi dicevano cose simili ma non si capivano». Così come la sua opinione sulla Siria. «Se da essere umano vedi delle violenze, soprusi su altre persone, devi fare in modo che tali violenze cessino. Un po’ come  a scuola. Se qualcuno fa il bullo con un ragazzo, e tu rimani a guardare, sei peggio del bullo». 

Esperienza militare che ha segnato il suo modo di vedere. «La cosa che ho amato quando sono stato nell'esercito è che come soldato non puoi essere aggressivo. Devi saperti fermare perché potresti causare morte. Questo a diferenza dei politici: loro parlano tanto e spesso usano le parole senza sapersi fermare. L'arma migliore è il buon senso». Così come nella musica, «dove c'è la competizione creata per le vendite. Invece per me la musica è collaborazione, l'ho fatto con Ryan Teddar e Ed Sheeran».

Oltre a Ed Sheeran, Ryan Tedder dei OneRepublic (che ha firmato successi di Beyonce, Adele e Taylor Swift), nel disco anche la collaborazione con Stephan Moccio (Miley Cyrus, The Weeknd ) e MoZella (Miley Cyrus, One Direction). 


«Con qusto album ho voluto fare una cosa di speciale. Ho lavorato con gente che mi ha dato ispirazione. Non più famosa, come lo erano stati precedentemente per me David Bowie o Elton John. Ho scritto un centinaio di canzoni che mi piacciono molto. Credo di avere fatto un buon lavoro». 


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Il Gazzettino