Sindrome dell'X Fragile, primi cervelli in miniatura per possibile sviluppo di nuovi farmaci

Sindrome dell'X Fragile, primi cervelli in miniatura per possibile sviluppo di nuovi farmaci
Ottenuti in Italia i primi cervelli in miniatura per lo studio in laboratorio della sindrome dell'X Fragile, una delle più diffuse malattie genetiche responsabili di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Ottenuti in Italia i primi cervelli in miniatura per lo studio in laboratorio della sindrome dell'X Fragile, una delle più diffuse malattie genetiche responsabili di ritardo mentale. È il risultato di una collaborazione tra Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e Università Sapienza di Roma, pubblicato sulla rivista Cell Death and Disease, e potrà facilitare lo sviluppo di nuovi farmaci. Utilizzando cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) i ricercatori sono riusciti a riprodurre in vitro colture cellulari con alcune delle caratteristiche tipiche dovute alla sindrome dell'X Fragile, una malattia ereditaria legata a mutazioni nel gene FMRP localizzato sul cromosoma X, che causa di disabilità cognitiva, problemi di apprendimento e relazionali.

Le cellule sono state fatte crescere anche nelle tre dimensioni spaziali a formare i cosiddetti organoidi, una tecnica che consente di replicare una parte delle caratteristiche del vero organo. «Ad oggi questo lavoro è il primo a dimostrare la possibilità di studiare la sindrome dell'X Fragile in organoidi cerebrali e suggerisce che questa piattaforma sperimentale possa essere applicata per modellizzare in vitro la Sindrome dell'X Fragile», ha spiegato Silvia Di Angelantonio, ricercatrice IIT e docente Sapienza. Usando questi organoidi i ricercatori sono stati in grado di studiare il meccanismo molecolare della patologia e comprendere meglio alcuni meccanismi della malattia dovuti alla proteina FMRP.

Quella degli organoidi cerebrali umani è una nuova tecnica che ha permesso grandi progressi nello studio di molte malattie neurologiche e permesso di ridurre i test condotti su modelli animali. «La disponibilità di organoidi derivati da cellule umane - ha aggiunto Angelo Reggiani, coordinatore del laboratorio D3Validation dell'IIT - crea i presupposti per la identificazione di farmaci migliori e, in un futuro prossimo, di terapie sempre più personalizzate sulle necessità del malato». 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino