Risolto dopo 37 anni il mistero della stella scomparsa

Un "cucchiaino" della sua materia peserebbe 10 milioni di tonnellate

Uno dei misteri più affascinanti dei "detective" dello spazio è stato finalmente risolto. Nel febbraio del 1987, una stella esplose in una galassia vicina,...

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Uno dei misteri più affascinanti dei "detective" dello spazio è stato finalmente risolto. Nel febbraio del 1987, una stella esplose in una galassia vicina, illuminando il cielo con la potenza di 100 milioni di soli per quattro mesi. Le macerie dell'esplosione erano così dense che neppure i telescopi più potenti erano riusciti a individuare cosa fosse rimasto al suo cuore.

Dopo anni di indizi indiretti e studi approfonditi, la risposta è emersa chiara: al centro del residuo di quella supernova, nota come SN 1987A, pulsa una stella di neutroni, un oggetto celeste così denso che un cucchiaino della sua materia peserebbe 10 milioni di tonnellate. La supernova SN 1987A si è verificata a 160.000 anni luce dalla Terra nella Grande Nube di Magellano. Fu osservata per la prima volta sulla Terra nel febbraio 1987 e la sua luminosità raggiunse il picco nel maggio dello stesso anno. Fu la prima supernova visibile ad occhio nudo da quando fu osservata la Supernova di Keplero nel 1604.

Claes Fransson, dell'Università di Stoccolma e autore principale dello studio, ha condiviso la scoperta rivoluzionaria: l'osservazione di una emissione di luce direttamente collegata all'oggetto compatto nato dall'esplosione, molto probabilmente una stella di neutroni. Questa evidenza è stata fornita dalle osservazioni del telescopio spaziale Webb, che nel luglio del 2022 ha puntato i suoi strumenti avanzati verso SN 1987A, rivelando segnali di argon ionizzato e altri elementi chimici altamente ionizzati, i quali richiedono fotoni ad alta energia provenienti solo da una fonte così straordinaria come una stella di neutroni.

Le osservazioni future, assicurato alla Nasa, promettono di svelare ancora più dettagli su questo cuore pulsante nascosto tra le stelle, stimolando lo sviluppo di modelli astronomici più dettagliati che potrebbero migliorare la nostra comprensione delle supernove e dei misteri dell'universo.

Fonti: NASA, ESA, CSA, STScI, C. Fransson (Stockholm University), M. Matsuura (Cardiff University), M. J. Barlow (University College London), P. J. Kavanagh (Maynooth University), J. Larsson (KTH Royal Institute of Technology)

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Il Gazzettino