Smartphone, il touch screen ci ha cambiato la vita. Ma il debutto fu nel 1965

Il controllo a sfioramento tattile venne inventato da Edward A.Johnson nei laboratori del royal radar establishment del Regno Unito

Il mondo a portata di dito. Un tocco e via, lieve e fugace, continuo e compulsivo. Ascolta: Intelligenza artificiale e calcio: l'aiuto dell'IA per decidere le...

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Il mondo a portata di dito. Un tocco e via, lieve e fugace, continuo e compulsivo.

Se lo smartphone è diventato il prolungamento del braccio e l’estensione cognitiva della mente, larga parte del merito (o del demerito: fate voi) è della tecnologia touchscreen: lo schermo che non è più solo tale, ma che diventa molto altro, e cioè tastiera, interazione diretta e immediata, campo di gioco che detta regole e plasma contenuti. La rivoluzione esplosa col primo iPhone di Apple, a metà del 2000, ha radici lontane. Oltre che, come spesso accade, un dipanarsi inatteso e non previsto. Passo indietro: i telefonini (ricordate quando li chiamavamo così?) erano un tripudio di tasti, grandi, poi piccoli e infine piccolissimi. La strada sembrava segnata, verso la miniaturizzazione del dispositivo e la moltiplicazione delle tastiere. E invece no, accadde il contrario: device sempre più ampi, addio tasti e “tirannide” del touch. Quasi una metafora: il trionfo pieno dell’homo videns, intuito e tocco d’istinto che s’impongono su tutto. Qualche timido approccio al telefono in punta di dito c’era stato già, a cominciare dall’Ibm Simon del 1992, il primo dispositivo telefonico a schermo sensibile. Ma il vero inizio del touchscreen risale al 1965: il controllo a sfioramento venne inventato da Edward A. Johnson nei laboratori del Royal radar establishment nel Regno Unito. Si trattava di tecnologia cosiddetta “capacitiva”, che sfrutta la variazione di capacità dielettrica che si forma sul vetro dello schermo, col dito che agisce da conduttore. I nostri touch – non solo smartphone, ma anche su pc, automobili, elettrodomestici – non sono altro che l’evoluzione di quella prima scintilla. Negli anni ‘70 si sviluppò un’altra tecnologia, quella “resistiva”, con successiva, buona diffusione. Sarà Hewlett-Packard nel 1983 a lanciare il primo computer con touchscreen da 9 pollici. C’è però un anno da cerchiare più di tutti in rosso: è il 1999 e Wayne Westerman, uno studente dell’Università del Delaware, pubblica una tesi sul multitouch capacitivo. Da quei presupposti nascerà FingerWorks, società specializzata che nel 2005 verrà rilevata da Apple con tutto il corredo di know-how e brevetti: due anni dopo irromperà sul mercato l’iPhone. Riscrivendo i paradigmi del nostro tempo.

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Il Gazzettino