Polaroid, il brivido intergenerazionale della fotografia istantanea su carta

Ecco come la richiesta di una bambina ci cambiò la memoria

Polaroid, il brivido intergenerazionale della fotografia istantanea su carta
A volte basta poco per lasciare il segno nella storia, magari su una pellicola fotosensibile. Ascolta: Il Salone del Mobile di Milano: la casa come non l'avete mai vista....

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A volte basta poco per lasciare il segno nella storia, magari su una pellicola fotosensibile.

Bastano un capriccio infantile e una spiccata genialità. La sorte poi tutto sa riequilibrare, recuperando dall'oblio e restituendo luce e smalto.

Prendete la polaroid, con la prima lettera minuscola come accade ai nomi commerciali diventati universali e icone familiari. Seppellita dal digitale, da qualche anno la fotografia istantanea è risorta come per miracolo e per più di qualche ragione: la rincorsa al vintage, o il bisogno tattile e immediato di un “Instagram analogico”, perché nell'epoca dell'effimera sovrabbondanza virtuale e della frenesia da pixel fissare un buon ricordo su carta vuol dire renderlo unico, irripetibile e prezioso. Persino per Millennial o Gen Z, il nuovo pubblico delle istantanee. L'intuizione nacque, come detto, da un capriccio. Lo statunitense Edwin H. Land, vulcanico inventore, aveva fondato la Polaroid Corporation nel 1937: la società era specializzata in fotografia, con brevetti originali. Era il 1944 quando, in vacanza, Land si sentì chiedere dalla figlia: «Perché non posso vedere subito la foto che mi hai scattato?». Fu la scintilla: nel 1948 l'imprenditore lanciò il primo modello di fotocamera istantanea. All'interno, fogli fotosensibili coperti da una pellicola impregnata di un reagente: una volta impressionata, la singola carta andava estratta e separata dal foglio col reagente. Il risultato sapeva di magia nelle mani di tutti: una immagine impressa in positivo, senza passaggio in camera oscura. Una pioggia di inconfondibili, piccole cartoline dalla cornice bianca. Negli anni '60 e '70 fu il boom delle Polaroid, trascinate pure da testimonial d'eccezione: Andy Warhol, l'eminenza del pop, non se ne separava mai. I modelli si susseguivano, lo strato da sfogliare non c'era più, ma la qualità di stampa non ha raggiunto mai i livelli di quella tradizionale, peraltro con maggiore predisposizione al deterioramento. Ma il brivido della foto istantanea era impagabile. C'è stato anche tempo per una battaglia legale con Kodak, e nel 1986 la spuntò Polaroid. Il nuovo millennio e il digitale sprofondarono nella crisi il colosso delle foto istantanee, fino alla bancarotta. Le ceneri furono raccolte da un progetto di “nostalgia marketing” che ha riannodato i fili con la storia, riportando in auge il marchio: sembrava follia, ma nel frattempo, e grazie anche ad altre aziende, la polaroid stava riprendendo quota e vita. La sola Fujifilm, la concorrenza più accreditata, vende milioni di macchinette ogni anno. Perché l'anatomia di un istante avrà sempre un altro sapore e valore quando è su imperfetta carta.

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Il Gazzettino