«Here comes the sun», ecco che arriva il sole: un titolo che sembra una promessa, quello della mitica canzone dei Beatles che risuona nell'hangar della base di...
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Ormai dimenticate le fasi concitate del fallito lancio di sabato, quando il countdown è stato interrotto per ben due volte a causa di problemi tecnici, questa mattina gli esperti della Nasa sono esplosi in un fragoroso applauso quando al centro di controllo è arrivata conferma del successo del lancio: avvenuta la separazione dal razzo Delta IV Heavy, uno dei più potenti al mondo, la sonda Parker ha dispiegato i pannelli solari e ha cominciato il suo cammino verso il Sole, che raggiungerà sfruttando l'attrazione gravitazionale di Venere come una fionda.
Resistendo a temperature roventi (fino a 1.377 gradi) e a pericolosi bombardamenti di particelle, la sonda Parker userà «quattro set di strumenti scientifici per studiare i campi magnetici, il plasma e le particelle energetiche, mentre il coronografo invierà immagini inedite», spiega l'astrofisico italiano Marco Velli, che nell'ambito della missione è il responsabile scientifico dello strumento HeliOPSP che dovrà integrare i dati rilevati dagli altri quattro. «A novembre la sonda sarà già a 25 milioni di chilometri dal Sole e a dicembre invierà i primi dati: ci aspettiamo da subito novità sulla struttura del vento solare e sulle origini dei getti supersonici che viaggiano tra i 300 e gli 800 chilometri al secondo», continua Velli. I dati raccolti daranno un ritratto senza precedenti del Sole, che sarà ulteriormente arricchito dalla sonda Solar Orbiter che l'Agenzia spaziale europea (Esa) intende lanciare nel 2020: «le due missioni saranno sinergiche», sottolinea l'astrofisico.
«Parker, infatti, misura solo le caratteristiche locali della corona e del vento solari, mentre i telescopi a bordo di Solar Orbiter daranno immagini di contesto utilissime. Inoltre Orbiter, con strumenti che misurano il vento in situ, potrà correlare i propri dati con quelli di Probe. Il risultato sarà una conoscenza approfondita dell'origine e dell'accelerazione dell'atmosfera esterna del Sole, della corona e del vento solari, dalle origini fino allo spazio interplanetario e a noi»: un elemento essenziale per evitare che le tempeste magnetiche solari mettano in pericolo sonde spaziali, astronauti in orbita e satelliti, oltre che reti elettriche e comunicazioni radio sulla Terra. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino