Foto digitali e algoritmi, la tecnologia rivela i segreti della natura

Inaugurata a Parma, “Impronte”, esposizione che indaga il rapporto tra uomo e piante nei secoli attraverso le nuove tecnologie

Foto digitali e algoritmi, la tecnologia rivela i segreti della natura
Gli antichi erbari, a ricordare secoli di osservazione e studi. Ascolta: Venti anni di Facebook: dai nuovi lavori alle immagini ritoccate, ecco come i social ci cambiano la vita...

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Gli antichi erbari, a ricordare secoli di osservazione e studi.

E le più moderne tecniche di imaging, come risonanza magnetica, spettrometria di massa e microscopia confocale, a spingere oltre sguardo e indagine, per riflettere sul nostro rapporto con il verde e generare soluzioni di Big Data applicate allo studio del cambiamento climatico. Spazia tra storia e tecnologia, dunque tra passato e nuove prospettive, il percorso della mostra Impronte. Noi e le piante, visitabile gratuitamente fino al primo aprile a Parma, a Palazzo del Governatore. Articolato in dieci sezioni, l’iter riunisce oltre 200 tra erbari storici, illustrazioni botaniche, stampe in nature printing e xiloteche, nonché fotografie moderne e immagini ad alta tecnologia. 
Cuore dell’itinerario, l’installazione audiovisiva Artificial Botany, a cura di fuse*, sulle illustrazioni botaniche classiche ripensate tramite algoritmi di apprendimento automatico. Realizzata dall’Università di Parma con il Comune, l’esposizione si fa misura della vitalità e della biodiversità forestale, usando anche foto olistiche, sensori radar e registrazioni in time laps, per osservare la vita delle piante e i loro mutamenti. Così, attraverso una sorta di monumentale “album” scientifico in cui immergersi, si ripercorrono gli sguardi dell’uomo sul paesaggio, le sue intuizioni e le scoperte, ma anche le sue fantasie sull’ambiente. E il desiderio di farsi “incantare” dalla natura, tornando a più stretti - e intensi - legami.

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Il Gazzettino