Google celebra Semmelweis, l'uomo che ci insegnò a lavarci le mani per evitare le malattie

Si tratta di un "doodle" d'eccezione, e particolarmente d'attualità, quello dedicato oggi da Google a Ignác Semmelweis (1818-1865), un medico...

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Si tratta di un "doodle" d'eccezione, e particolarmente d'attualità, quello dedicato oggi da Google a Ignác Semmelweis (1818-1865), un medico ungherese che ebbe una semplicissima (e utilissima) intuizione: la necessità di lavarsi le mani per debellare malattie e tasso di mortalità. 


Pare davvero incredibile che, nella sua epoca, questa semplice raccomandazione igienica sia stata osteggiata in ogni modo. Semmelweis aveva notato una preoccupante mortalità dei casi febbre puerperale, riscontrati nella clinica ostetrica all'Ospedale generale di Vienna. La ragione, semplicissima, era il continuo ricorso alla pratica della dissezione di cadaveri, e a pratiche d'igiene carenti da parte dei medici.


I dati finirono per dargli ragione. Nell'anno 1846, su circa 4.000 donne ricoverate ne erano morte 459 (pari all'11%) per febbre puerperale. Nel 1847, dopo l'adozione del lavaggio delle mani con cloruro di calce, su 3.490 pazienti ne morirono 176 (ovvero il 5%) e l'anno successivo la percentuale si attesterà intorno all'1%.


Ma i medici rifiutavano di poter essere additati come "untori", e la Scuola viennese finì per sconfessare la sua teoria. Morì miseramente, in un ospedale psichiatrico, malmenato dalle guardie dell'Istituto e schiacciato dai complessi d'inferiorità. 

Oggi, quando una teoria innovativa mette in discussione le conoscenze date per acquisite, e viene per questo rifiutata dalla scienza dominante, si parla di "riflesso di Semmelweis". Le sue teorie sono state avvalorate definitivamente da Pasteur, nel 1864. E l'Università di Budapest è stata rinominata (nel 1969) Semmelweis, in suo onore.

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Il Gazzettino