Facebook, nuovi guai: la cryptovaluta Libra nel mirino dell'Antitrust Ue

Annunciata in giugno e attesa nel 2020 la valuta virtuale di Facebook, Libra, è già al vaglio dell'antitrust dell'Unione Europea. La Commissione Europea sta...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Annunciata in giugno e attesa nel 2020 la valuta virtuale di Facebook, Libra, è già al vaglio dell'antitrust dell'Unione Europea. La Commissione Europea sta infatti «indagando su possibili pratiche anti-concorrenziali», si legge in un documento Ue di cui riferisce l'agenzia Bloomberg. Sotto la lente membri e struttura della governance dell'associazione Libra, cioè il consorzio che gestisce la criptomoneta, composto da una trentina membri tra cui i colossi dei pagamenti Visa, Mastercard e PayPal, oltre a operatori telefonici come Vodafone e Iliad e, ovviamente, Facebook.


Nel documento si aggiunge che le autorità stanno esaminando la possibile integrazione di applicazioni supportate da Libra nei servizi di Facebook, come le chat WhatsApp e Messenger. Oltre all'antitrust, altre autorità Ue stanno «monitorando gli sviluppi del mercato» delle criprovalute e dei servizi di pagamento, «compresa Libra e il suo sviluppo», ha spiegato un portavoce della Commissione. Preoccupazioni riguardano infine la gestione dei dati personali e finanziari degli utenti. Non è il primo ostacolo che Libra incontra sul suo cammino. Già a pochi giorni dal suo annuncio da parte di Facebook, lo statunitense Financial Stability Board e il britannico Financial Conduct Authority avevano messo in guardia il G20 sui rischi legati a un uso diffuso delle valute digitali.



Contro Libra si era schierato anche il presidente Usa Donald Trump, che in un tweet aveva scritto che «se Facebook e altre compagnie vogliono diventare una banca, devono ottenere un nuovo documento di autorizzazione bancaria ed essere soggette a tutte le regole bancarie». Le critiche non sono mancate nemmeno in Italia, dove in luglio il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco aveva elencato i rischi che il possibile lancio di Libra avrebbe potuto comportare per risparmiatori e sistema finanziario. A differenza del bitcoin e delle altre criptovalute, Libra si presenta come una stablecoin, ossia come una moneta vincolata a quelle a corso legale, come il dollaro, permettendo in questo modo di evitare i problemi legati alla volatilità. L'acquisto è possibile tramite Calibra, società sussidiaria di Facebook, presentando un documento rilasciato dal governo, per evitare il rischio di un mercato nero delle transazioni.


La sua struttura è basata sulla tecnologia blockchain: i consumatori potranno tenere Libra nel portafoglio elettronico o spenderla con le aziende che l'accettano; potrà essere convertita in valute tradizionali e inviata nel conto corrente. La sua rivoluzione è in parte legata alla grande accessibilità: potranno averla e spenderla chi non ha un conto corrente e questo la apre a nuovi grandi mercati, soprattutto fra i Paesi in via di sviluppo.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino