Uber in borsa vale 50 miliardi, verso sbarco da record

Uber in borsa vale 50 miliardi, verso sbarco da record
Le proteste dei tassisti non scalfiscono Uber. Che si prepara a un'Ipo da record in stile Facebook. La valutazione della...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Le proteste dei tassisti non scalfiscono Uber. Che si prepara a un'Ipo da record in stile Facebook.


La valutazione della app per il noleggio di auto private con autista viaggia verso quota 50 miliardi di dollari ora che Uber ha annunciato una nuova raccolta fondi da 2 miliardi di dollari per il mese di maggio. Solo il social network di Mark Zuckerberg aveva raggiunto simili vette prima di approdare in Borsa. A 5 anni dal suo ingresso sulla scena Uber si appresta così a diventare la startup più ricca del mondo. Ma bisognerà attendere ancora qualche mese prima di assistere all'Ipo. Difficilmente Uber si quoterà prima del 2016.



Uber intende replicare il successo ottenuto in Borsa da Facebook e Alibaba al loro esordio. Per riuscire in questa impresa è probabile che la startup con sede a San Francisco decida di quotarsi l'anno prossimo anziché alla fine del 2015 com'era stato ipotizzato in precedenza, complici le performance deludenti fatte registrare negli ultimi mesi a Wall Street dalle Internet company. Il titolo di Alibaba, per esempio, ha perso il 26 per cento da novembre a oggi. Nello stesso periodo Twitter ha visto calare le proprie azioni del 10 per cento.



Per massimizzare al massimo le sue entrate Uber sarebbe disposta ad aspettare ancora. L'app dei tassisti fai-da-te, che dal suo debutto a oggi ha raggiunto 250 mercati, valutata 120 volte di più di quanto incassa, prevede di arrivare a 2 miliardi di dollari di ricavi quest’anno (+400%) proprio come Facebook nel 2010, quando mancavano due anni alla quotazione del social network. Uber a dicembre aveva raccolto 1,2 miliardi di dollari. Finora ha ottenuto in finanziamenti un importo dieci volte superiore rispetto a quello sui cui ha messo le mani il rivale Lyft.



Gli investitori, insomma, sembrano sordi alle proteste dei taxi né danno granché importanza ai tentativi di regolamentare il business di Uber messi in campo fin qui dalle istituzioni di mezzo mondo. Anche la Federal Trade Commission statunitense sta cercando il modo di fissare dei paletti in grado di garantire da un lato la tutela dei consumatori che usufruiscono del servizio offerto dalla app e che dall'altro non intralcino l'innovazione. Pure la Commissione europea è al lavoro per trovare una soluzione vincente. In Italia, nel frattempo, sono arrivate in queste ultime settimane le prime sentenze che scagionano Uber dalle accuse di abusivismo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino