È servito un nuovo intervento chirurgico alla testa per Alex Zanardi. Si tratta del quarto in trentasei giorni da quello in emergenza effettuato a Siena per salvare la vita...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Notte tranquilla per Alex Zanardi al San Raffaele. Proseguono gli accertamenti diagnositici
Zanardi trasferito al San Raffaele: «Condizioni instabili»
I parametri sono tornati buoni ma la situazione resta decisamente delicata, ed è forte l'apprensione della famiglia, soprattutto della moglie Daniela e del figlio ventunenne Niccolò, sempre al suo fianco in questo calvario. Conoscono come nessun altro la forza di un uomo capace di riprendersi in mano la vita dopo aver perso entrambe le gambe nel 2001, diventando poi campione paralimpico di handbike e un simbolo per tutto il mondo. Ma subito dopo il drammatico incidente di giugno hanno capito di trovarsi davanti una salita irta e piena di ostacoli. A dieci giorni dal primo intervento neurochirurgo in emergenza, ne è stato necessario un secondo a Siena, e a inizio luglio Zanardi è tornato sotto i ferri per un'operazione finalizzata alla ricostruzione cranio-facciale e alla stabilizzazione delle zone interessate dal trauma riportato. Conclusa la sedazione, sembrava possibile iniziare una fase di neuro-riabilitazione nel centro specialistico di Villa Beretta, dove l'ex pilota era comunque cosciente solo a tratti.
Nel giro di pochi giorni gli specialisti che lo assistevano hanno avvertito un campanello d'allarme quando si è alzata la temperatura. Dietro il trasferimento al San Raffaele deciso venerdì scorso non c'era evidentemente solo l'infezione batterica che aveva causato la febbre. Si è verificata una sofferenza cerebrale, legata anche al fatto che lentamente svaniva l'effetto della massiccia sedazione a cui Zanardi era stato sottoposto all'ospedale di Siena, dove è rimasto ricoverato poco più di un mese, prima dello spostamento a Villa Beretta. Così, all'indomani del suo arrivo nel reparto di terapia intensiva neurochirurgica, diretto dal professor Luigi Beretta, l'ex pilota «è stato sottoposto a una delicata procedura neurochirurgica eseguita dal professor Pietro Mortini, direttore dell'Unità Operativa di Neurochirurgia, per il trattamento di alcune complicanze tardive dovute al trauma cranico primitivo». Nel suo comunicato, il San Raffaele ha aggiunto che «al momento gli accertamenti clinici e radiologici confermano il buon esito delle suddette cure e le attuali condizioni cliniche del paziente, tuttora ricoverato in terapia intensiva neurochirurgica, appaiono stabili».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino