L'avrebbero fatta bere fino al punto da renderla incosciente e poi l'avrebbero violentata a turno senza che lei potesse opporsi in un guardaroba di un locale notturno...
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Oltre ai due le indagini, nate dalla denuncia della ragazza e fondate essenzialmente su conversazioni intercettate autoaccusatorie, hanno portato ad indicare tra gli autori dello stupro altri quattro uomini per i quali, essendo irreperibili, il processo è sospeso. La vicenda, per la quale la Procura si era vista respingere la richiesta di arresto per Robinho per la mancanza di esigenze cautelari, risale al 22 gennaio 2013, epoca il cui il calciatore, ora nell'Atletico Mineiro, indossava la maglia rossonera. Quella sera la ragazza, che già conosceva il calciatore e alcuni suoi amici, si era ritrovata con il gruppetto e altre sue due amiche al Sio Cafè per festeggiare i suoi 23 anni.
Ma, come si legge nel capo di imputazione, dopo che le sue due amiche se ne erano andate e l'ex attaccante del Milan aveva accompagnato a casa la moglie, il gruppetto le avrebbe offerto da «bere al punto da renderla incosciente ed incapace ad opporsi» a quello che poi si sarebbe verificato. Secondo la ricostruzione del pm e in base alle conversazioni e anche l'analisi del dna rintracciato sull'abito che la festeggiata indossava, gli imputati avrebbero portato la giovane nel guardaroba del locale notturno e approfittando del suo stato, avrebbero avuto con lei molteplici, contemporanei e consecutivi rapporti sessuali.
Una ricostruzione respinta con forza dalla difesa, che ha sottolineato come la vittima e l'ex maglia rossonera si erano già visti in altre discoteche milanesi, e ha insistito sulla mancanza di prove sul fatto che lei «non abbia acconsentito» e che «abbia assunto sostanze alcooliche» al punto da essere in «condizioni di inferiorità psichica e fisica».
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Il Gazzettino