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Nell'immaginario collettivo, il match di pugilato si chiude sempre quando uno dei due fighter cade a terra e l'arbitro inizia a contare. Vero in parte, perché c'è un mondo di possibilità, più o meno “sportivamente” accettabili, prima che uno dei due smetta di essere in grado di combattere. E così, accade che il match valido per la cintura di campione dei massimi leggeri, che è disputato venerdì sera a Roma, si chiuda dopo appena una ripresa, con un pari tecnico che ha sollevato numerose polemiche. Da una parte, Francesco Versaci, calabrese, campione in carica; dall'altro, il romano Mattia Faraoni, uno dei pochi italiani ad aver raggiunto, ad oggi, l'eccellenza nella boxe e nella kickboxing. In uno scambio della prima ripresa, Versaci ha accusato un colpo alla nuca. Il punto, è che ha continuato a combattere, fino a quando non è scaduto il tempo ed è tornato all'angolo. E' stato solo allora, che dal suo angolo, si sono levate delle grida, all'indirizzo dell'arbitro: «E' stato colpito alla nuca».
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A quel punto, il medico, dopo una rapida visita sul ring, ha decretato la fine del match, non vedendo Versaci capace di proseguire. E il titolo, a norma di regolamento, è rimasto al pugile calabrese. Un epilogo che non è piaciuto al manager di Faraoni – e organizzatore dell'evento – Davide Buccioni, che ha annunciato di voler presentare ricorso: «Faraoni meritava di disputare un match vero contro un avversario vero e non un ex pugile che ha appena dichiarato che smette con la boxe.
Secondo Buccioni, infatti, dall'entourage di Versaci come dimostrano alcuni post sui social - sarebbe emersa la volontà, da parte del campione, di ritirarsi dal pugilato. «Mattia era in forma straordinaria – sottolinea l'organizzatore – si era allenato duramente, ed evidentemente dall'altra parte avevano capito che il match stava girando a suo favore». Faraoni, che non ha nascosto il suo rammarico, vista la dura preparazione per questo match, ribadisce che per lui devono parlare i risultati e non le polemiche: «Sono deluso, è ovvio. Ero pronto per combattere e vincere. Mi ero preparato duramente e quella cintura poteva essere mia. Voglio solo dire una cosa: perché dopo quel colpo alla nuca, che è stato accidentale, Versaci ha continuato a combattere per 40 secondi? Perché non ha chiesto lo stop?».
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