UDINE - Gianpaolo Pozzo, patron dell'Udinese, è il più longevo dei patron nel mondo del calcio italiano professionista dopo Silvio Berlusconi, ma a breve...
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A onor del vero Pozzo avrebbe dovuto essere componente di una cordata di imprenditori, ma si ritrova solo; vorrebbe fare dietro front pure lui, poi con l'appoggio della famiglia accetta quella che sembra un'operazione azzardata,anche perchè nell'agosto dello stesso anno la Commissione disciplinare condanna l'Udinese a nove punti di penalizzazione per un illecito sportivo, da scontare in campionato. In pratica una retrocessione posticipata.
Pozzo deve decidere se allestire una squadra giovane oppure se tentare l'impossibile. Segue la seconda strada anche per garantire la regolarità del campionato, acquista i campioni del mondo Francesco Graziani e Fulvio Collovati, oltre all'argentino Daniel Bertoni. Si va comunque in B e segue un saliscendi di categoria che spingono il presidente a pensare di cedere la squadra (nel 1991 era quasi fatta con Maurizio Zamparini), ma alla fine prevale la passione per il calcio e rimane al timone come proprietario, anche se non più come presidente. A metà anni Novanta nasce il modello Udinese che sarà competitivo anche in campo europeo. Pozzo chiama il figlio Gino come manager e a quel punto la crescita del club è esponenziale. Di ritorno in serie A nel 1995, la squadra è tra le protagoniste assolute, conquista undici pass per i tornei europei e nel 2005-06 partecipa anche alla Champions League ma nell'ultimo atto del girone eliminatorio perde in casa con il Barcellona (0-2) ed esce di scena. Negli ultimi ventun anni conquista anche due terzi e due quarti posti nel campionato di serie A. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino